GROSSETO – «Un gruppo multidisciplinare che prende in carico i pazienti affetti da Sla, Sclerosi Laterale Amiotrofica. E’ questo il punto di forza del percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA) costruito dalla Asl Toscana sud est per l’intera area vasta. Il percorso è in via di formalizzazione a Grosseto» a farlo sapere è la Asl in una nota.
«Il gruppo multidisciplinare è composto da professionisti ospedalieri e territoriali ed è questa la sua forza – spiega la nota – la sinergia tra chi segue il paziente in ospedale e coloro che lo seguono nel territorio, per garantire una presa in carico continua, integrata e costantemente monitorata. I dati della letteratura scientifica indicano un minor numero di ospedalizzazioni ed una durata di ricovero inferiore per quei pazienti affetti da Sla, seguiti da team multidisciplinari esperti».
«Il team comprende – prosegue la nota – neurologo, pneumologo ospedaliero, nutrizionista clinico, logopedista, fisioterapista, pneumologo territoriale, palliativista, assistente sociale di riferimento, psicologo ambulatoriale e domiciliare. L’attività è ovviamente supportata dalla UOC Anestesia e Rianimazione; UOC Endoscopia Digestiva Interventistica; Centrale Operativa del 118 (che ha l’elenco dei nomi dei pazienti affetti da Sla), CAT (Centro ausili tecnologici) e ACOT (Agenzia per la continuità ospedale-territorio, che si occupa delle dimissioni difficili)».
«Il gruppo è il punto di forza del percorso diagnostico-terapeutico assistenziale proposto dall’ASL Toscana sud est d’intesa con l’A.O.U. Senese – afferma Roberto Marconi, responsabile dell’Area Funzionale Neurologica dell’Asl Toscana sud est – Il team multidisciplinare ha in carico 26 pazienti nell’area grossetana. Domenica prossima si celebra proprio la Giornata nazionale della Sla. Un’occasione in più per sensibilizzare e informare la popolazione».
«L’età media di esordio della malattia è sui 64 anni – conclude la Asl – Colpisce per lo più gli uomini ed è attualmente irreversibile: non esistono terapie che ne blocchino la progressione o che consentano la regressione. Però sono disponibili trattamenti farmacologici, e non, in grado di rallentarne parzialmente il decorso, e soprattutto terapie sintomatiche e palliative nell’ambito della funzione motoria, nutrizionale, respiratoria e psicologica, che mirano al mantenimento della miglior qualità della vita del paziente e dei familiari in ogni fase della malattia».