GROSSETO – Bufale e fake news, in tanti oggi ne parlano, ma il fenomeno è costantemente in crescita. Notizie false, spesso inventate, a volte volutamente per motivi strumentali, altre volte per manie di protagonismo e superficialità. Una notizia falsa però può avere conseguenze disastrose, può rovinare la reputazione delle persone colpendo la loro dignità o può creare allarmismo: insomma niente di buono. Le possibilità offerte dai social di moltiplicare la voce e di amplificare i messaggi raggiungendo una platea di migliaia di persone sicuramente favoriscono la produzione degli inventori di notizie false, ma ci si può ancora salvare.
Per evitare di cadere nel tranello delle bufale, così come accadeva in passato quando internet non c’era o quando il web non era ancora così diffuso e presente nelle nostre vite, bisogna ancora “fidarsi” dei giornalisti. Oggi, grazie proprio alla possibilità di avere tutti un pubblico a cui rivolgersi, è facile sentieri “giornalisti per un giorno” o per un’ora. Purtroppo però non è così. Le notizie, prima di diffonderle, devono essere verificate, e si deve capire anche il modo di diffonderle, capire che impatto possono avere, quanto, quando e come renderle pubbliche. Insomma è come se avessimo tutti a disposizione un bisturi e senza essere medici operassimo un nostro amico che ha un dolore all’addome, quasi sicuramente lo faremmo stare peggio. Ecco la stessa cosa accade con le notizie gettate in pasto sui social.
Questo è un po’ quello che è successo a Grosseto solo due giorni fa. Qualcuno diffonde su Facebook, la notizia falsa del rapimento di un bambino, allarmando una città intera e creando panico e preoccupazione. Falsa perché non era vera: nessun bambino era stato rapito c’era stato soltanto un fatto di cronaca, un tentativo di scippo, ma nessun bambino era stato toccato né tantomeno rapito. Anche noi, giornalisti de IlGiunco.net, ci siamo trovati in difficoltà perché in tanti ci hanno segnalato questo fatto, il rapimento del bambino, e prima di rispondere ai lettori che preoccupati ci chiedevano lumi, abbiamo fato una cosa che facciamo tutti i giorni: i nostro lavoro. Abbiamo cercato di capire cosa fosse successo e una volta avute le informazioni giuste abbiamo pubblicato la notizia stoppando sul nascere la “psicosi del bambino rapito” che da una mezz’ora si stava diffondendo tra i grossetani.
Questa volta il caso è stato eclatante e ha colpito migliaia di persone perché la notizia (falsa) riguardava un fatto grave come il rapimento di un bambino, ma accade spesso anche con altre fake news minori che creano comunque danni nell’opinione pubblica. Il consiglio, l’indicazione e il suggerimento allora è quello di “fidarsi” dei giornalisti e affidarsi alle fonti giornalistiche riconosciute e riconoscibili, seguire i canali ufficiali dell’informazione. In provincia di Grosseto, nel nostro piccolo, ci sono tante realtà affidabili nel mondo dell’informazione: ci sono tv e giornali cartacei, ci siamo noi sul web, tutti strumenti che potete utilizzare per tenervi informati e leggere notizie. Vere.