GROSSETO – «L’ennesima beffa. Ancora una volta la Regione Toscana si è dimostrata sorda alle richieste della popolazione scarlinese e follonichese rimandando a data da destinarsi la discussione delle interrogazioni sull’inceneritore di Scarlino che era prevista in Consiglio regionale». A parlare è Sandro Marrini, coordinatore provinciale di Forza Italia.
«L’atteggiamento dei vertici della Regione è sintomatico di un modus operandi tipico del centrosinistra: per non rischiare di perdere consensi, e nel contempo mantenere la linea decisa da tempo, si rimandano le discussioni su temi di fondamentale importanza per la popolazione. Inutile minacciare di strappare le tessere di partito, inutile partire in massa per presenziare a una seduta del Consiglio regionale. I sindaci di Follonica e Scarlino non potevano non immaginare che alla fine l’atteso appuntamento in Regione si sarebbe dimostrato una bolla di sapone».
«Ma non è più tempo di proclami: il centrosinistra grossetano dovrebbe pretendere un’azione chiara e decisa che metta fine a una vicenda che va avanti da troppo tempo. L’inceneritore di Scarlino si trova in un’area già fortemente compromessa e a rischio, e gli ultimi studi dell’Asl sulla salute della popolazione dei territori vicini all’impianto non sono confortanti. Eppure in altre situazioni l’atteggiamento è stato ben diverso: perché dopo la decisione del Consiglio di Stato si bloccano i lavori a Firenze per la costruzione di un nuovo inceneritore e si chiude quello dell’Ospedaletto di Pisa e poi si continuano a dare le autorizzazioni ad un impianto su cui gravano sentenze contrarie da parte dei tribunali e inchieste non rassicuranti di esperti illustri? Queste sono le domande che oggi i sindaci di Follonica e Scarlino dovrebbero porre ai loro colleghi del centrosinistra in Regione: quali sono i piani sull’inceneritore di Scarlino? La Maremma è destinata a diventare il bacino di raccolta dei rifiuti di tutta la Toscana e anche oltre? Il peso della nostra provincia a Firenze è così scarso che non possiamo avere voce in capitolo? Nonostante chi governa le città coinvolte dall’inceneritore e l’ente regionale siano della stessa parte politica non riusciamo a venire fuori da una situazione che preoccupa la zona nord del Grossetano da più di vent’anni».
«Non sono servite le battaglie portate avanti dai comitati ambientalisti, né tantomeno le svariate sentenze dei tribunali. Il sindaco di Follonica Andrea Benini pensa forse che la minaccia di uscire dal Pd basti ad avere la meglio su quanto già stabilito dalla Regione? Benini avrebbe dovuto strappare la tessera anni fa, così come anni fa Leonardo Marras, oggi capogruppo Pd in Consiglio regionale, da presidente della Provincia di Grosseto avrebbe dovuto sostenere che l’inceneritore di Scarlino è un ferrovecchio non concedendo le prime autorizzazioni all’attività. Oramai la maschera è caduta».