GROSSETO – “Siamo soddisfatti dei risultati dell’incontro di oggi, ma la situazione non è ancora risolta”. Commenta così Roberto Biagioni, della Fit Cisl, il confronto tra Sei Toscana e le organizzazioni sindacali che si è tenuto oggi a Siena. “In questo incontro si è riallacciato un rapporto normale tra sindacati e azienda, dopo un periodo difficile, prima di scontro e poi di relativa freddezza. Adesso speriamo di riuscire a siglare l’accordo per la stabilizzazione, che riguarderebbe intanto circa 150 colleghi.
Il lavoro svolto in questi mesi dalla Fit Cisl è stato quello di avviare un rapporto con i Comuni per informarli sullo stato dell’arte e credo che sia proprio questo percorso che ci ha portato ad ottenere un primo risultato: la firma di un verbale che non risolve definitivamente, ma che dovrebbe portare, come dicevo, alla sottoscrizione di un primo accordo, nel quale si stabilisce che una parte dei lavoratori impegnati sui servizi strutturali attraverso i contratti di somministrazione lavoro saranno riassorbiti con modalità e tempistiche diverse, ancora in parte da definire. Abbiamo appreso oggi che nel prossimo cda di Sei Toscana sarà presentato il piano industriale ed è proprio dopo aver espletato questi due passaggi, che saranno avviate le prime azioni concrete.
Nella riunione di oggi è emerso che altre 50 o 60 persone potranno essere impiegate a tempo determinato, forse ricorrendo al meccanismo dello staff leasing: le agenzie di somministrazione assumerebbero per un anno questi lavoratori, in attesa che l’azienda verifichi il fabbisogno di personale e valuti se possono essere impiegate a tempo indeterminato. Noi siamo meno favorevoli rispetto a questa procedura, che ha anche costi maggiori rispetto al contratto diretto, e anche oggi abbiamo sollevato questo problema.
Comunque a prescindere da quelle che saranno le modalità contrattuali, sono due le questioni che abbiamo posto a Sei Toscana e che non possono essere rimandate: valutare il fabbisogno corrente di personale per l’espletamento dei servizi richiesti dai Comuni, previsti dal bando di gara e presenti nei piani di servizio, attraverso l’apertura un tavolo tecnico, con l’obiettivo di analizzare, cantiere per cantiere, quante sono le persone necessarie allo svolgimento dei servizi sul territorio. Un passaggio fondamentale per l’avvio del piano industriale anche perché crediamo che da questo si potrebbero configurare nuove possibilità di impiego e perché riteniamo che il fabbisogno strutturale sia superiore a quanto si dichiari, aggirandosi sulle 220 – 250 unità.
L’altro aspetto riguarda l‘impiego delle cooperative sociali di tipo B. Abbiamo chiesto a Sei Toscana di monitorare i numeri: quanti dipendenti con il contratto della cooperazione operano effettivamente ad oggi sul territorio di competenza del gestore unico. Abbiamo appreso infatti, ufficialmente, che ci sono svariati bandi, aperti a giugno e che prevedono l’esternalizzazione di parte dei servizi in affidamento.
Attendiamo il prossimo tavolo per avere notizie più precise: vogliamo sapere in quali cantieri sono impiegate le cooperative, in quali territori e che caratteristiche ha il personale impiegato.
Non basta impiegare le cooperative sociali per attuare quel piano di rientro che serve a Sei Toscana per ripartire, riappianando il disavanzo di 4 milioni e 200 mila euro.
Se nell’impiego delle cooperative si dovessero verificare violazioni di termini di legge, del contratto di servizio o del contratto nazionali Utilitalia i sindacati faranno in modo che si rientri nei termini e nei numeri previsti.
Infine, come dicevo, c’è un percorso che la Cisl sta portando avanti con i Sindaci e Ato Toscana Sud, un percorso che continuerà, perché speriamo, anche attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali, di costituire un tavolo in cui siano presenti tutti gli attori in causa, a cominciare da Sei Toscana. L’obiettivo è siglare un documento di indirizzo sull’utilizzo del personale.
Vogliamo arrivare a un accordo sindacale plurilaterale, che possa costituire in prospettiva una sorta di cornice rispetto al piano di ambito, che Ato dovrà presentare, sembra, entro la primavera del 2019. Ribadiamo che per noi va applicato il contratto nazionale Utilitalia. Non abbiamo pregiudizi sull’uso delle cooperative sociali, che devono però essere impiegate per servizi accessori e strumentali e non strutturali e con rilevanza economica, come invece sta accadendo oggi. Su questo siamo e saremo irremovibili”.