TORNIELLA – Spira mirabilis è un laboratorio di ricerca musicale. I musicisti che ne fanno parte si ritrovano 4-5 volte all’anno, all’incirca per una settimana, per confrontarsi attorno ad una partitura scelta di comune accordo. Ogni volta viene quindi identificato l’organico adatto per dare suono alla partitura. Abbiamo realizzato in passato progetti molto eterogenei, passando dal Quintetto di Schubert, con solo cinque musicisti fino alla Nona sinfonia di Beethoven che ha coinvolto 123 persone tra strumentisti, coro e solisti.
Qualunque sia il numero o la tipologia di strumenti, purché il metodo di approccio di studio della partitura sia lo stesso, è sempre Spira mirabilis.
Analogamente il nome del progetto deriva da quello di una figura geometrica, la Spirale logaritmica o mirabilis, che ha una peculiarità: ogni piccola porzione di spirale è sempre sovrapponibile alla più grande.
Studiamo tutti insieme, senza un maestro concertatore o un direttore, tutti reciprocamente autorizzati a proporre idee musicali giustificate dal testo e dal linguaggio comune costruito negli anni passati. Lo scopo è la creazione di un’interpretazione collettiva e completamente condivisa. Questo processo, che richiede molto tempo ed ha bisogno di molto sostegno organizzativo ed economico, ha trovato un incredibile alleato nel piccolo borgo medievale di Torniella.
Dal 6 al 13 agosto siamo stati ospiti del castello di Torniella. Forti dell’amicizia con l’avvocato Francesco Mussio, co-proprietario di un castello che racconta 1300 anni di storia, abbiamo potuto realizzare il progetto nella maniera a noi più congeniale: concentrare nello stesso luogo la convivenza di 39 musicisti, le prove e il tempo libero.
La partecipazione del paese, anche fuori dalle mura del castello, è stata totale e calorosissima. Chi ci ha aiutato ad organizzare i pasti, chi le prove, chi a trasportare gli strumenti e chi semplicemente si è affacciato incuriosito: tutti hanno contribuito a farci sentire accolti e benvoluti. Se da un lato il progetto è animato dall’innegabile intento di accrescere la conoscenza individuale su un determinato ambito (la partitura scelta ogni volta), dall’altro però l’interazione così spontanea ed amichevole con la comunità che ci ospita e che assiste a tutto il processo, dalla prima prova al concerto, restituisce ai musicisti quel senso di utilità sociale di cui a volte sentiamo la mancanza nella vita professionale.
Oltre agli intensi (ed assolati) giorni di prove, non è mancata la condivisione con il pubblico: dopo il primo concerto di giovedì 9 agosto a Torniella, alla presenza di quasi trecento persone, ne sono seguiti altri due: a Santa Fiora presso l’auditorium della Peschiera e all’Abbazia di San Galgano. Il legame tra la sinfonia scozzese e San Galgano è sempre stato per noi forte ed evidente: proprio la fisionomia e la suggestione di una chiesa diroccata in Scozia aveva ispirato a Mendelssohn la composizione della sinfonia in la minore op. 56.
A qualche giorno dalla fine del progetto la nostra sensazione è quella di aver incontrato nel paese di Torniella un nuovo amico da conoscere meglio e tornare a trovare.