GROSSETO – Sei maremmano se dici: “Abbi di tuo e un ti mancherà mai niente!”. La saggezza dei maremmani, a volte un po’ rude, ma schietta e genuina, senza tanti fronzoli e arzigogoli, è sicuramente un nostro tratto caratteristico. Potremmo essere a volte abrasivi, spicci, ma mai ambigui nel nostro modo di dire e di farci capire. Ecco perché nel nostro modo gergale di esprimerci su tante questioni della vita usiamo sempre espressioni e modi di dire che vanno dritti al punto.
È il caso, ad esempio, dell’espressione che richiamiamo questa settimana: “Abbi di tuo e un ti mancherà mai niente!” Ricordo che me lo diceva spesso la mia nonna materna, cresciuta a pane e fatica (come molti del resto) e alla quale la vita non ha mai regalato nulla (anzi, semmai ha tolto). Ed era un’espressione che da bimbetto capivo fino a un certo punto.
Ci leggevo (e ci leggo ancora) una sorta di disincantato realismo e di sfiducia nella generosità del prossimo, che non mi appartiene del tutto, ma che comprendo, soprattutto per un popolo come quello maremmano a cui nulla è stato mai risparmiato, che ha dovuto lottare per affermarsi e che ha vissuto non di rado un senso di frustrante senso di impotenza di fronte alle prepotenze altrui.
E allora: “Abbi di tuo e un ti mancherà mai niente” è un modo per scuotersi, per ricordarsi che tutto va conquistato e che nessuno ti regala nulla; che la vita a volte è spietata, soprattutto con chi è già provato, e che tutto quello che ti guadagni in modo onesto, col sudore, è davvero tuo e ti può bastare. E’ quella misura sufficiente che ti fa stare in pace con te stesso e con gli altri, dai quali nulla hai da pretendere o da rivendicare. E’ un modo di dire che, come molti altri, indica un modo di essere e di intendere l’esistenza, da parte di chi nulla si è visto scodellato.
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