GROSSETO – “No ad altre imposte a carico degli agricoltori, no ad altre tasse sul già tartassato mondo agricolo. Lo chiediamo pur comprendendo le difficoltà degli Enti e la carenza di fondi. Come Cia-Grosseto però non possiamo accettare che gli agricoltori vengano chiamati a pagare per assolvere a necessità collettive, ma soprattutto non possiamo accettare che aziende, che vivono uno dei momenti più difficili sotto il profilo economico, siano obbligate a pagare altri tributi” Cosi il presidente di Cia-Grosseto, Claudio Capecchi interviene in merito alle notizie riportate dalla stampa in questi giorni relative alla Cosap.
“La Cosap- precisa Capecchi – una tassa sui passi carrai che andrebbe pagata non solo per gli accessi alle sedi lavorative che si affacciano su strade provinciali, ma anche per gli ingressi ai fondi agricoli, è una tassa a dir nostro ingiusta che va dunque immediatamente eliminata. Purtroppo la notizia è stata occasione di uno scontro politico spostando l’attenzione del cittadino, ma la questione è preoccupante: nel nostro territorio, per esempio, esistono particelle anche di sole alcune centinaia di metri quadrati, con aziende agricole che hanno fondi anche distanti tra loro e con molti accessi stradali e, inutile dirlo, il risultato sarebbe un vero salasso. Come Confederazione non interveniamo per difendere o accusare alcun pensiero politico, interveniamo perché riteniamo nostro dovere tutelare gli interessi degli agricoltori, coloro che continuano a credere in questo settore e che, pur con difficoltà, hanno scelto di non abbandonare le loro aziende. Per molti un’ulteriore tassa potrebbe essere la goccia che fa traboccare un vaso già fragile” .
“Il settore agricolo in questi anni sta vivendo , in modi e condizioni diverse, un lungo e inarrestabile periodo difficile: cambiamenti climatici, siccità, alluvioni, carenza di risorse idriche; per non parlare del crollo dei mercati, della concorrenza sleale e della non reciprocità tra gli Stati” rincara la dose il direttore Cia-Grosseto Enrico Rabazzi- “A tutto questo dobbiamo aggiungere le maggiori difficoltà che ci sono per chi abita in campagna o in zone rurali, l’aumento del costo della vita e più in generale le difficoltà che caratterizzano il quotidiano. Non chiediamo favori, non chiediamo privilegi però chiediamo attenzione e rispetto. Aggravare i miseri redditi aziendali con altre tasse sarà per molti un colpo di grazia. Senza voler entrare in merito alla querelle politica, ma solo ed esclusivamente a tutela del settore che rappresentiamo, chiediamo dunque alla Provincia di fare un passo indietro. Confidiamo in un esito favorevole in tempi brevi –conclude Rabazzi. In caso contrario, rispettando i regolamenti e con le autorizzazioni del caso, faremo il possibile per manifestare contro una tassa che giudichiamo non solo ingiusta ma anche iniqua”