FOLLONICA – «La battaglia contro l’inceneritore ha manifestato la debolezza della politica. Gli interessi regionali hanno prevalso sulle volontà del città di Follonica riattivando un percorso di apertura di un impianto sostanzialmente “nato vecchio” come più volte ribadito da sentenze dei tribunali». Inizia così la nota del Psi di Follonica che interviene sulle novità a riguardo dell’impianto di Scarlino Energia e sulla possibilità di una sua imminente riapertura.
«La Regione Toscana ha mostrato per l’ ennesima volta di essere lontana se non addirittura in contrasto con i bisogni del territorio. Evidenti le contraddizioni politiche delle forze che sostengono il presidente Rossi. Non si è credibili quando ci si mostra silenti se non addirittura organici ai disegni fiorentini nel ciclo dei rifiuti. Ma questo non basta a giustificare quanto accaduto. La contrarietà all’inceneritore di Scarlino è sempre stata netta da parte del Psi di Follonica. Praticamente la politica del territorio si è affidata alla tecnica ed ai tribunali per stabilire “vinti e vincitori”. Si poteva fare altro? Forse Sì».
«Un punto centrale, secondo noi, riguarda i livelli occupazionali: da tantissimi anni ormai tutti si dicono d’accordo che il modello di industria nella piana del Casone sia destinato, per quanto lentamente, ad esaurirsi. Ed anche nella vicenda dell’inceneritore questo aspetto ha pesato, consentendo alla proprietà di sventolare alla bisogna il rischio di licenziamento per i dipendenti. Se la politica, anziché trincerarsi in un semplice no, si fosse occupata di individuare un percorso occupazionale alternativo e convincente per i lavoratori oggi non saremmo a questo punto. Senza il ricatto occupazionale la battaglia avrebbe assunto connotati politici e sociali ben diversi. Ed invece nulla è stato fatto al riguardo consentendo a tantissime famiglie del territorio di restare “aggrappate” al loro lavoro ed al convincimento dell’utilità di questo modello di impresa. Della serie “di qualcosa si dovrà pur vivere… e morire”».
«Inoltre, un po di sano realismo. Se non è accettabile l’idea che si possa diventare il crocevia della spazzatura Toscana , allo stesso tempo, non è serio che la nostra possa essere incenerita da altri. Perché questo sta avvenendo e continuerà ad avvenire visto che la raccolta differenziata non riesce a chiudere interamente il ciclo senza ricorrere ad una minima parte da incenerire e gettare in discarica. La Politica dovrebbe avere il compito di istruire i cittadini sulla necessità di affrontare il problema dei rifiuti che continuano ad essere prodotti in quantità enorme incentivando lo sviluppo in loco di imprese di trasformazione della materia prima derivata dal rifiuto».
«Potremmo essere pronti ad accettare un impianto a misura del territorio, concepito con le tecniche di ultima generazione, in un’area individuata con criteri scientifici e regole trasparenti e perciò in grado di garantire la salute della natura e dell’uomo?! Se così fosse potremmo toccare con mano il principio secondo cui più alta è la raccolta differenziata minore sarebbe la parte destinata ad incenerimento. Concludendo la battaglia contro l’inceneritore continua appoggiando ogni iniziativa che il comune di Follonica vorrà intraprendere contro la riapertura dell’inceneritore. Ma occorre far sentire la voce. Forse è arrivata l’ora di un bel referendum per far capire a Rossi che questo territorio ha già dato quanto a inquinamento e rischi per la salute dei nostri concittadini».