GROSSETO – «La Filcams Cgil – sottolinea il segretario Massimiliano Stacchini – presidia il settore del commercio, apprezzando con riserva la volontà del ministro Di Maio di ridurre il numero delle aperture domenicali, specialmente nella grande e media distribuzione, ma si oppone fermamente alla reintroduzione dei Voucher nel settore turistico».
«Il nostro territorio – aggiunge il dirigente sindacale – è caratterizzato da una decisa vocazione sia turistica che commerciale, con decine di migliaia di addetti fortemente interessati alle ipotesi di cui si sta discutendo in questi giorni. Rispetto alla volontà di reintrodurre i voucher nel settore del turismo, la Cgil è fermamente contraria perché torneremmo a pratiche di legittimazione e copertura del lavoro nero. La proposta del governo appoggiata anche dal ministro Di Maio, che in prima battuta si era detto contrario per noi irricevibile. Nel maggio 2017 si sarebbe dovuto effettuare un referendum abrogativo voluto dalla Cgil e da più di un milione di persone che firmarono la nostra proposta. Evitato il referendum all’ultimo tuffo, il governo di allora fece rientrare i voucher dalla finestra con il nome di Presto (prestazione occasionale) e con il Libretto Famiglia. Abbiamo protestato allora e con coerenza ci opponiamo duramente oggi: no a qualunque formula, tipo i nuovi voucher, che legittimino e coprano il lavoro nero scaricando tutto sui lavoratori più deboli e sottoposti al ricatto occupazionale. Fra l’altro il lavoro stagionale non può essere confuso co il lavoro occasionale, e in una terra come la nostra questo significherebbe togliere l’indennità di disoccupazione a migliaia di lavoratori, togliendo loro la dignità».
«Sul fronte del commercio – spiega Eleonora Bucci, che lo segue per Filcams – il decreto “salva Italia” del governo Monti ha compiuto sette anni, ma la liberalizzazione di aperture e orari non ha sicuramente portato miglioramenti, né in termini di occupazione né in termini di consumi. Ad oggi la vita degli addetti alle vendite è peggiorata a fronte di consumi che non sono cresciuti, perché gli acquisti si sono solo spostati nel weekend e nelle fasce orarie serali senza alcun beneficio per l’occupazione. Siamo quindi parzialmente soddisfatti della proposta del ministro del lavoro di regolamentare le aperture domenicali e nei festivi, anche se la riteniamo insufficiente. Dobbiamo regolamentare le aperture per ridare dignità alle festività, riportando in mano a Regione e Comuni la programmazione territoriale secondo le loro prerogative. Solo una programmazione negoziata territoriale con le parti sociali e datoriali potrà portare a politiche di sviluppo soddisfacenti, con una programmazione delle aperture domenicali e festive, e con delle “buone pratiche” gestionali di settore. L’obiettivo – conclude Bucci – è arrivare a riprendere la pianificazione del settore, dando una prima risposta alla programmazione dei tempi nelle aree cittadine, al rispetto dei tempi di vita/lavoro degli addetti del settore e ad invertire il tendenziale impoverimento socio-culturale che tali leggi hanno contribuito ad alimentare».