GROSSETO – Emptyscapes è un progetto di ricerca interdisciplinare fortemente innovativo che ha come obiettivo lo studio dei paesaggi archeologici spostando l’attenzione dal solito approccio basato sui siti, distanti dal contesto circostante considerato come vuoto (da cui il neologismo Emptyscapes = paesaggi vuoti), verso una prospettiva contemporanea ed ecosistemica. A seguirlo è il professor Stefano Campana dell’Università di Siena.
È importante sottolineare come il ruolo e il contributo dell’Amministrazione comunale e provinciale di Grosseto sia stato assolutamente determinante per la realizzazione delle tre campagne di scavo inaugurate l’anno scorso, che proseguiranno fino al 2020 nell’area di Roselle. Senza questa preziosa collaborazione non sarebbe stato possibile conseguire determinati risultati.
Il quadro metodologico del progetto è ampio e complesso e si articola fondamentalmente su quattro assi: metodi tradizionali della topografia archeologica, telerilevamento, geoarcheologia e bioarcheologia. Il contesto di applicazione consiste di due campioni, urbano (Veio) e rurale (il transetto di 20 chilometri quadrati tra Roselle e Grosseto).
Un ruolo centrale è svolto dall’acquisizione estensiva e continua di misure geofisiche che ad oggi ha raggiunto un’estensione complessiva nei due campioni di 750 ettari. Un’estensione che non trova paragoni in tutto il Mediterraneo. “Questa attività – dice il professor Stefano Campana – ha permesso l’individuazione di un considerevole numero di elementi archeologici sepolti, dal periodo etrusco al Medioevo, spesso del tutto invisibili ai metodi di prospezione tradizionale (dai quali comunque non prescindiamo), influenzando in modo sostanziale l’elaborazione critica e la ricostruzione storica di entrambi i contesti indagati. Tra gli elementi di maggiore interesse spicca la scoperta di necropoli monumentali, motte medievali, fortificazioni, sistemi di viabilità e agrari, strutture produttive e altro ancora”.
Nelle stesse aree l’ateneo senese ha avviato la sperimentazione di acquisizione di dati Lidar tramite drone, con l’obiettivo di superare ciò che rappresenta un vero e proprio “buco nero” nella conoscenza del territorio, cioè le aree boschive, che in Italia come del resto nel Mediterraneo europeo arrivano ad occupare fino al 45% della superficie.
È necessario sottolineare che esperienze simili di analisi dei paesaggi sono in corso in altri paesi europei, come Inghilterra, Austria, Svezia, Norvegia, Germania. In tutti i casi, come nel progetto Emptyscapes, il risultato è sempre lo stesso: la profonda trasformazione della nostra percezione della complessità strutturale, economica e sociale dei paesaggi antichi.
Oltre agli aspetti conoscitivi delle dinamiche storiche e archeologiche, il progetto e i risultati conseguiti comportano una sostanziale revisione della normativa sulla tutela archeologica.
Il progetto attivo ininterrottamente dal 2007 è stato finanziato dall’Unione Europea (FP7), dal Ministero della Ricerca e dalle Università di Cambridge (UK) e Università di Siena.
“Siamo veramente orgogliosi di essere un punto di riferimento per tutto il Mediterraneo – dice il vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Agresti –: ancora una volta siamo tra le eccellenze a livello internazionale, questa volta in un ambito come l’archeologia, che unisce la storia alla cultura alla ricerca, fino al settore turistico. Roselle si conferma così una delle aree da recuperare, far crescere e valorizzare in linea con i progetti di questa Amministrazione comunale”.
La Provincia ha dato anche un supporto logistico. “Vista la grande rilevanza del progetto di ricerca per il nostro territorio – dicono i consiglieri provinciali Olga Ciaramella e Marco Biagioni – l’Ente ha dato massimo supporto all’iniziativa, mettendo a disposizione anche mezzi e personale, per svolgere l’attività di scavo con tutti gli strumenti del caso. Siamo fieri di dare il nostro contributo, a conferma dell’importanza della Provincia come ente di riferimento del territorio”.