CAPALBIO – «L’incontro avviene non a caso nell’aula dove si svolgono le sedute del Consiglio Comunale: è qui che si esercita, infatti, la più alta forma di democrazia rappresentativa a livello locale. Qui si confrontano le differenti sensibilità politiche e si adottano le decisioni più importanti che hanno riguardato e riguardano il nostro territorio e la nostra Comunità» a dirlo è stato Luigi Bellumori, durante la visita a Capalbio del prefetto di Grosseto, Cinzia Teresa Torraco
«La sua presenza oggi – ha affermato il sindaco – in quanto rappresentante del Governo, assume perciò un significato particolare per le strette connessioni esistenti tra enti locali e Governo centrale. E’ per questo motivo che sarebbe superfluo, da parte mia, presentarle il profilo di un paese che lei già ben conosce proprio in virtù del mandato esercitato. Mi limito a richiamare le caratteristiche di laboriosità, solidarietà e ospitalità che da sempre caratterizzano questa Comunità. Un’imprenditoria vivace, un associazionismo vitale e propositivo così come la qualità dell’insegnamento nella nostra scuola che sosteniamo convintamente».
Il sindaco e il Prefetto si sono. confrontati su molti punti, di seguito ne riportiamo alcuni: «Il Corridoio Tirrenico – spiega Bellumori – come infrastruttura di buon senso e sicura anche per i 12,5 km di Capalbio che presentano un indice di incidentalità superiore alla media di altre strade nazionali e sulla quale da oltre 50 anni si continua a morire; l’accoglienza di quanti attendono la valutazione del proprio status di rifugiato all’interno di un quadro normativo e di regole chiare, il risultato di una proficua e interessante forma di collaborazione, proprio in questi giorni è stata prorogata la convenzione fino alla fine dell’anno, che puo’ portare ad un inserimento pacifico e anche di servizio alla collettività grazie alla presenza di un numero contenuto e quindi facilmente gestibile di queste persone».
«La sicurezza dei luoghi – prosegue il sindaco – delle proprietà, dei beni e plaudo all’azione congiunta che la Prefettura e la Questura hanno coordinato sul territorio comunale nelle ultime settimane. L’abusivismo commerciale: il Prefetto sa, poiche’ già rappresentato in altre sedi, che il Sindaco non puo’ fare lo sceriffo e il suo compito non può andare al di là di richiamare chi di dovere a non trascurare questi aspetti avendo a disposizione soltanto la Polizia Locale con due agenti a tempo indeterminato e uno a tempo determinato; le criticità della pianta organica: il perdurare dell’assenza di un segretario comunale, del ragioniere, di altre posizioni intermedie; le convenzioni di alcuni servizi ed attività con altri Enti, rendono in alcuni momenti davvero critica la gestione anche del quotidiano».
Le nuove povertà dettate dalla crisi dei valori sociali prima ancora che di tensioni economiche e poi, ancora, un tema strettamente legato, quello del lavoro: «Capalbio – illustra Bellumori – è caratterizzata oggi dalla presenza di una fitta rete di piccole e medie imprese nel settore agricolo, del turismo e dei servizi. Dopo gli anni ’90 una profonda riconversione del tessuto economico ha cambiato le vocazioni originarie del nostro territorio, rendendolo importante attrattiva turistica per le vacanze. Le nostre, spiagge, il paesaggio, il Lago di Burano, il Giardino dei Tarocchi, il Complesso della Ferriera, il Centro Storico unite alla buona cucina ed alla qualità dell’enogastronomia locale e della produzione di eventi culturali fanno sì che Capalbio nel tempo abbia accresciuto in qualità il proprio appeal».
«Infine – conclude il primo cittadino – punto dolente nei rapporti tra Stato ed enti locali è quello dei trasferimenti. I Comuni sono diventati sempre più esattori per conto del Governo, a fronte della progressiva riduzione dei trasferimenti. E’ sempre più difficile far quadrare i bilanci senza dover tagliare voci importanti sul versante del sostegno alle fragilità. In questa delicata materia tutti i Comuni ed i loro amministratori sono diventati l’ultima frontiera della politica, esposti come sono alle comprensibili lamentele dei cittadini che non sempre comprendono le complesse dinamiche nei rapporti tra Stato e periferia. Cito soltanto un dato: anche quest’anno il Comune ha un fondo di solidarietà negativo, ovvero circa 600 mila euro della tassa IMU dei cittadini di Capalbio non puo’ essere utilizzata per manutenzioni al patrimonio o nella resa di servizi, ma dirottata altrove a causa del noto algoritmo per i comuni costieri. Una carenza di risorse che per un territorio vasto come quello di Capalbio e con una fitta rete di infrastrutture viarie diventa una discriminante negativa se unita all’incuria delle strade provinciali i cui motivi stanno in un Riforma delle Autonomie mal realizzata oltrechè mal pensata».