GROSSETO – «Adesso basta. La Maremma non può accettare passivamente decisioni che arrivano dall’alto, tra l’altro da un Governo che non esiste più. Forza Italia Grosseto contesta fortemente l’introduzione dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» a parlare è Sandro Marrini, coordinatore territoriale di Forza Italia.
«Dobbiamo bloccare quest’iniziativa che altro non farà che aumentare il numero degli immigrati nella nostra provincia – dice Marrini – e della quale ancora non si conoscono bene i dettagli. Di questo sgradito lascito del centrosinistra se ne sente parlare da anni: dodici Comuni del Grossetano hanno accettato di aderire al progetto che prevede l’arrivo nei loro territori di gruppi di richiedenti asilo per tre anni, con formule, non chiare, volte all’inserimento degli stranieri nella nostra comunità».
«Sappiamo che le persone accolte non dovrebbero superare le trenta unità per località – prosegue il coordinatore – ma non conosciamo ancora l’organizzazione che i 12 Comuni adotteranno per gestire il progetto. Si parla di posti di lavoro per coloro che arriveranno in Maremma, mentre la nostra provincia sta facendo i conti con pesanti crisi aziendali che comporteranno molti licenziamenti, con cittadini che da un giorno all’altro si troveranno senza un’occupazione».
«Se si trattasse semplicemente di 12 piccoli gruppi di richiedenti asilo il problema non esisterebbe – spiega Marrini – ma purtroppo gli immigrati del progetto Sprar si andrebbero a sommare alle tantissime presenze che già conta la nostra provincia, stranieri che ogni giorno affollano le strade senza un’occupazione. Inutile nascondersi dietro un dito: le belle frasi con cui i sindaci di centrosinistra parlano di accoglienza sono condivisibili fino a quando non c’è un’emergenza. E purtroppo nel Grossetano l’emergenza esiste».
«Non possiamo e non dobbiamo far finta che non sia così – conclude il coordinatore – ce lo chiedono i nostri cittadini, lo hanno dimostrato i risultati delle ultime votazioni. Dobbiamo trovare soluzioni diverse, sempre e comunque nel rispetto di chi davvero scappa da guerre o da condizioni sociali al limite della tollerabilità. Ma non possiamo neppure più pensare che le porte siano aperte a tutti, indistintamente e senza regole».