GROSSETO – «Non molto tempo fa, durante la campagna elettorale, l’allora candidato Mario Lolini partecipò ad un convegno organizzato dai gestori degli stabilimenti balneari della provincia. In quella sede ebbe modo di ribadire la volontà della Lega e dello stesso Salvini di far proprie le istanze degli imprenditori e di tutelare le imprese del settore» a parlare è la Lega Nord di Grosseto.
«Due giorni fa – dice la Lega maremmana – in coerenza con quanto dichiarato in campagna elettorale, il Senato ha approvato una risoluzione che evidenzia come l’impresa balneare non gestisca un servizio, oggetto della direttiva Bolkestein, ma un bene, appunto, un bene pubblico, la spiaggia, sulla quale l’imprenditore ha realizzato la propria impresa turistica. Il Governo si è quindi impegnato ad intraprendere il percorso politico necessario per sottrarre ai principi della direttiva servizi gli stabilimenti balneari».
Adesso, da deputato della maggioranza, Lolini porta avanti quanto promesso in campagna elettorale: «Le imprese balneari sono strategiche per il nostro turismo e non possiamo permetterci mosse sbagliate in questo settore. In apparenza il principio di mettere all’asta l’assegnazione delle concessioni può anche sembrare giusto. Se però analizziamo attentamente la cosa ci rendiamo conto che il grande impegno economico necessario per realizzare uno stabilimento balneare non può essere ammortizzato in pochi anni di durata della concessione. La maggior parte delle imprese balneari sono costituite in forma familiare, piccole imprese che hanno contratto mutui e hanno investito i loro soldi ed i loro sogni per garantire un futuro per sé e per le proprie famiglie. I titolari si troverebbero da un giorno all’altro senza lavoro e con un indennizzo economico che non coprirà mai il reale valore e la dignità dell’impresa che hanno costruito».
«Secondo molti osservatori – sottolinea la Lega – infatti, le aste sarebbero in realtà appannaggio dei grandi gruppi industriali e della cooperazione, i soli in grado di mettere in campo facilmente le cifre richieste per l’aggiudicazione e che, una volta avuta l’assegnazione, sarebbe assai difficile contrastare. Si potrebbero infatti facilmente creare dei monopoli di zona, interi tratti di costa controllati da un unico gruppo industriale con cui nessun piccolo imprenditore sarebbe più in grado di competere.
Anche il segretario provinciale della Lega Andrea Ulmi ribadisce: «Sulla nostra costa operano centinaia di imprese balneari, per lo più microimprese. Ciascuna ha il suo target e i suoi prezzi, adeguati a tutte le tasche. Ognuna di queste imprese ha un proprio indotto locale, dai dipendenti al fornaio, al pasticcere, al macellaio, il fornitore di pesce. L’elenco è lunghissimo. La concentrazione di potere economico che scaturirebbe dalle aste metterebbe a rischio, lo sappiamo bene, tutto questo e cancellerebbe una fetta consistente dell’economia dei nostri territori. Le aste, in ogni caso, sono previste per le nuove assegnazioni. In questo caso appare evidente la necessità di procedere ad evidenza pubblica per consentire l’accesso alla concessione a chi presenta i requisiti migliori e le capacità adeguate per gestire un’impresa».
Mario Lolini conclude: «Il nostro impegno di governo prevede di sottrarre le imprese balneari alle previsioni della Bolkestein e di riordinare l’intera materia a livello statale e a livello regionale. Una normativa chiara che garantisca le scelte ed il futuro di chi fa impresa in una logica di rispetto e di tutela per il bene pubblico che si va a gestire, ricordando che la somma di questi elementi, il valore delle imprese ed il rispetto per la risorsa naturale, sono gli elementi strategici del nostro turismo, un turismo che noi ci impegneremo a tutelare e a far crescere con regole chiare e condivise».