GROSSETO- In prima commissione della Regione Toscana, si è tenuta, nella commissione Affari Istituzionali, l’audizione del presidente della Provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna sulla questione di legittimità costituzionale sollevata sulla sottrazione, da parte della Regione Toscana, delle deleghe in materia ambientale, per cui hanno iniziato ad arrivare le prime sentenze che, al momento, favoriscono l’iniziativa della Provincia.
«I “centralismi”, lungi dal rappresentare intenti riformistici e di razionalizzazione della spesa, a lungo ipocritamente vantati da Renzi a Gentiloni – ha detto il prmo cittadino – hanno di fatto cinicamente proceduto, da un lato, a un imponente quanto insostenibile drenaggio di risorse finanziarie dalle Autonomie locali (Comuni e Province) verso lo Stato e, dall’altro, alla serpeggiante ed incostituzionale rivisitazione del titolo V , minando alla base i principi di sussidiarietà e di autonomia degli Enti locali. L’idea di una Regione che passa da ente di programmazione ad ente che gestisce direttamente i servizi si muove proprio in questo caotico quadro di accaparramento delle risorse collegate alle funzioni ma anche di ricollocazione dei livelli di governo in cui è organizzata la Repubblica Italiana. Una ricollocazione i cui esiti nefasti erano stati peraltro già denunciati alle autorità competenti, tramite atto stragiudiziale di diffida recapitato a Rossi e Gentiloni quale tentativo estremo, quanto inutile, da parte della Provincia di Grosseto e del sottoscritto di aprire un tavolo vero di confronto che partisse dalla verifica super partes della tenuta effettiva della principale legge regionale di riforma, la n. 22/2015».
«Come tutti sanno – ha chiarito il sindaco – l’esito referendario ha poi bocciato la scommessa renziana di una riforma ex Delrio a costituzione invariata, causando, come spesso avviene in Italia, una miriade di ricorsi da parte di normali cittadini poi culminati in due sentenze, le quali pertanto non costituiscono che l’apice di un contenzioso che non può che crescere. L’incertezza delle competenze amministrative, l’attivazione di responsabilità penali civili ed erariali, sono solo alcuni degli effetti del caos prodotto dalla legislazione regionale. Il punto vero della vicenda è che ciò che la Regione vorrebbe abrogare o superare (le Province) è di fatto l’espressione vera e sentita dei Territori, specialmente di quelli più lontani da Firenze. Il passaggio dal troppo piccolo (i comuni) al troppo grande (la Regione) non è solo una questione di organizzazione di servizi al cittadino, di zone o ambiti ottimali, ma anche una questione di democrazia e rappresentanza politica delle Comunità che non possono avere come punto unico di riferimento un singolo Consigliere od un Assessore o peggio un Dirigente che vive a Firenze».
«Il trasferimento del personale provinciale alle Regioni – ha concluso Vivarelli Colonna – è purtroppo, una partita ancora aperta e che sta generando conflittualità sindacali e di applicazione del contratto, con una ricaduta organizzativa di inefficienza ed aumento della spesa che finisce per impattare pericolosamente sul livello di sicurezza dei servizi. In un tweet Massimo Sertori (assessore enti locali Regione Lombardia) presso la Commissione Affari istituzionali ha ribadito quanto la Regione Lombardia creda nelle Province, chiedendo il ritorno al sistema elettivo. Una provocazione? Di certo un esempio di come altre importanti Regioni abbiano diversamente interpretato la stessa legge Delrio, senza avviarsi affannosamente e velocemente in soluzioni imposte, scarsamente concertate con i Territori ed i cui effetti negativi, purtroppo, non sono facilmente riassumibili in nuovi accordi Regione/Provincia proprio a causa dell’inderogabilità delle leggi dello Stato. Quel che non comprendiamo, ancora oggi, è l’insistenza della Regione sul modello prodotto e che tante, troppe polemiche sta producendo anche trasversali ed indipendenti dalla appartenenza politica. Prova ne è la costante denuncia dell’UPI ai vari tavoli politici. Una insistenza, quella regionale, più volte “diffidata” in atti e che oggi è arrivata al suo epilogo. In buona sostanza la citata giurisprudenza, da sola, porta il sistema alla sua crisi e non è nelle nostre disponibilità la negoziazione dei suoi effetti, ma è nelle nostre possibilità e ruolo ristabilire quel “dovere di leale collaborazione istituzionale” che la Costituzione richiede alla Regione e che oggi, da questa audizione, spero trovi miglior forza che nel recente passato».
«Alla luce del ricorso sulle deleghe presentato dal Presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – commenta il consigliere regionale di Forza Italia, Maurizio Marchetti – mi sono posto dubbi sullo stato di attuazione della legge, ma anche sulle linee stabilite dalla normativa regionale. Ho dunque proposto alla Prima Commissione di avviare un’istruttoria. Per questo nella scorsa sessione abbiamo ascoltato l’assessore Vittorio Bugli, e oggi lo stesso Vivarelli Colonna».
«Il quadro è quello degli oneri senza risorse che gravano sulle Province: Edilizia scolastica e manutenzione stradale sono competenze delicate – osserva Marchetti – ed è emerso con chiarezza che queste sono in capo a enti, le Province, che ad oggi si trovano con le casse vuote, e dunque impossibilitate di fatto a ottemperare ai loro doveri. Se già con Bugli avevamo concordato che sulle materie ambientali e legate al turismo permaneva una gran confusione, oggi con Vivarelli Colonna abbiamo acquisito consapevolezza maggiore su questo altro fronte disfunzionale».
Anche la Lega Nord, con il consigliere Marco Casucci, commenta l’intervento in Commissione del sindaco di Grosseto: «Da sempre come partito- afferma -abbiamo fermamente osteggiato il palese e per noi deleterio ridimensionamento del ruolo delle province».
«Su questo tema-prosegue il Consigliere-non possiamo, dunque, che apprezzare e condividere appieno l’esaustiva analisi fatta in Commissione consiliare a Firenze, da parte di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, Sindaco di Grosseto».
«Secondo noi -precisa Casucci – occorre chiarire in toto quali siano attualmente le reali competenze di questi enti intermedi e dotarli, quindi, di fondi idonei per gli interventi che via via si ritengano necessari nei diversi territori provinciali come quello grossetano». «Tenere le Province in una sorta di limbo-sottolinea l’esponente leghista-porta solo svantaggi per i cittadini, mi riferisco, ad esempio, alle svariate criticità che colpiscono i plessi scolastici e quindi è doveroso che la politica dia risposte certe e tempestive sul delicato tema».
«La stessa provincia di Grosseto-conclude Marco Casucci-soffre di questa inadeguatezza dell’Ente in questione ed è quindi fondamentale che si promuova urgentemente un serio e qualificato dibattito su questa tematica che, per il bene complessivo dei cittadini, non può essere sottovalutata».