SCARLINO – «L’accorpamento non solo sarebbe un grosso vantaggio economico facile da capire (specialmente per chi contribuisce maggiormente con le proprie tasse all’erario comunale), ma un grande vantaggio per i bambini di tutto il Comune, una scuola che divide non è una buona scuola». Così la scarlinese Silvia Vecci, ex consigliere comunale, interviene nel dibattito che si è sviluppato a Scarlino intorno al trasferimento delle scuole.
«”Servizi patrimonio originario del capoluogo”, con questo presupposto Culatti ha espresso ciò che è scaturito dalla riunione tenutasi nel Capoluogo scarlinese, dagli scarlinesi autoctoni, per discutere sullo spostamento degli alunni dal paese alla frazione dello Scalo – prosegue commentando quanto apparso anche sulle nostre pagine -. Secondo il mio modesto parere, se per servizi si intende i “servizi al cittadino”, che si definiscano patrimonio di una parte del territorio è già disdicevole, i servizi devono, appunto, servire “il cittadino” nel maggior numero e nel miglior modo possibile; visto che volente o nolente il Comune di Scarlino ha avuto uno sviluppo ed una crescita negli ultimi 50 anni (e meno male), forse sarebbe meglio disporre i servizi in modo più accessibile per la maggior parte della popolazione».
«Si lamenta che gli unici servizi comunali rimasti nel paese sono il Municipio e le scuole – prosegue -, mi risulta che siano presenti anche una biblioteca un ambulatorio e l’ufficio della Polizia Municipale. Si lamenta il fatto che la grande distribuzione se ne è andata, come la scuola materna, che non ne fu favorito il trasferimento, ma semplicemente le suore cessarono tale attività, del resto si sa che i privati stanno dove gli conviene e questo non è confutabile. Ora vorrei che faceste mente locale sui servizi comunali che ci sono allo Scalo (centro più popolato): la scuola materna, la scuola elementare (quella vecchia intendo, visto che quella nuova siete intenzionati con atti legali a non farla aprire), un minimo distaccamento degli uffici comunali all’Auser, l’ Auser stesso, un ambulatorio per i medici di base. Per quanto riguarda altri servizi abbiamo la specialistica medica, per iniziativa di ambulatori privati, i mezzi della Croce Rossa (ma non gli uffici che mi risultano tutt’oggi in via Roma 8), volendo parlare del servizio postale potremmo discutere sul fatto che abbiamo aperto quasi sempre un solo sportello con le file che ne conseguono, negozi (cioè privati che investono personalmente e quindi si piazzano dove c’è più utenza o dove meglio credono), abbiamo la stazione, e il servizio dei pullman (chiaramente con più corse che al paese)».
«Direi che l’unico punto su cui concordo con le mancanze che lamentate è un centro di aggregazione per gli anziani, per il quale feci in data 29 dicembre 2010 un’interpellanza all’allora sindaco Bizzarri. Per riqualificare il paese è forse il caso di investire sul turismo, dal patto per l’attuazione della sicurezza urbana “il paese (Scarlino capoluogo) è caratterizzato dalla presenza di numerose seconde case per la maggior parte dell’anno inabitate…”, forse i motivi della poca vita vanno ricercati nel trasferimento dei residenti, in coloro che essendo residenti aprono attività altrove e nella vendita di case a persone che magari ci vengono solo per qualche giorno all’anno, cercare disperatamente di tenere lassù dei bambini, che stanno tutta la mattina nelle aule, per 9 mesi l’anno 6 mattine a settimana non mi sembra utile alla vita e allo sviluppo del capoluogo. Delle scelte urbanistiche disastrose, a vostro dire, che avrebbero isolato il centro storico non ne hanno colpa, né i cittadini, soprattutto quelli dello Scalo che sono quasi tutti dei “riportaticci”, né tanto meno i bambini che hanno bisogno di frequentare scuole idonee dal punto di vista degli edifici e da quello dell’aggregazione».
«Avete poi fatto un’attenta disamina del nuovo plesso della scuola sito in via Lelli (non in via Dani): non va bene né la localizzazione, né le condizioni ambientali, neanche l’impostazione architettonica. Pare che ve l’abbiano costruita nottetempo, vi ricordo che nel 2009 si parlava già di via Lelli per l’ubicazione della nuova scuola (ricordo una riunione all’Auser); era comunque ufficiale certamente a Maggio 2010, e nell’Aprile 2012 furono addirittura tagliati i pini per farle posto. Adesso che si paventa la frequenza anche dei bambini del Capoluogo venite fuori a dire che è insicura ed insalubre, cioè se ci andavano solo le creature dello Scalo vi sareste tenuti per voi queste infauste notizie. Il rischio idrogeologico (peraltro superato a detta dell’Amministrazione) c’era anche allora, come anche i fumi del Casone (che ahimè per voi arrivano anche al Capoluogo); ma le rassicurazioni sulla permanenza delle scuole nel “vostro” paese, chiaramente inattuabili per il mondo della scuola di oggi, ha fatto sì che dormiste sonni tranquilli; vi siete svegliati con l’incubo della deportazione dei vostri bambini a qualche chilometro di distanza, quindi minacciate eventuali ricorsi a mezzi legali per non far aprire la scuola ai nostri bimbi».
«”La nuova scuola non è idonea per il decreto ministeriale del 1975″. Siamo nel 2018, sono passati 43 anni, decreti e leggi, l’ultima legge sull’edilizia scolastica è del 2013. Il plesso in via Lelli è inidoneo per la legge? Siete sicuri che siano idonee le vostre pseudo scuole? Cercate di essere certi che ci siano grosse e gravi problematiche per non fare aprire la nuova scuola a Scarlino Scalo, perché ve ne dovrete assumere tutte le responsabilità comprese i disagi che creerete alle famiglie, che certo non hanno fatto niente per far chiudere i vostri plessi così all’avanguardia. Inoltre ho letto in un altro articolo facente riferimento alla stessa riunione, che la Consigliera comunale Travison è intervenuta, condivisa dal ex Sindaco Bizzarri, proponendo di aprire il plesso nel 2019 perché la scuola non è finita mancando palestra e mensa, per le quali ci sono soluzioni rabberciate. Qui siamo al paradosso, ma attualmente come sono messe le scuole con le palestre e con le mense? I bambini hanno tutto il diritto di entrare quanto prima in una scuola decente!».