GROSSETO – «Le norme che regolano l’esercizio della pesca nelle acque interne non si applicano alle acque presenti nei parchi nazionali, nelle riserve naturali statali e nelle aree protette regionali. È stata licenziata a maggioranza dalla commissione Sviluppo economico e rurale della Regione, presieduta da Gianni Anselmi (Pd), la proposta di legge che prevede l’esclusione delle acque interne presenti nelle aree protette dall’ambito dell’applicazione della legge 7/2005 sulla gestione delle risorse idriche e la regolamentazione della pesca nelle acque interne» lo comunica la Regione Toscana.
La proposta di legge passa all’esame dell’Aula con il voto favorevole del Partito democratico e l’astensione di Lega nord.
Com’ è stato spiegato, questa mattina in commissione, la modifica deriva dal fatto che in sede di esame della legge regionale, il Ministero dell’Ambiente aveva sollevato dubbi di legittimità nella misura in cui non si prevedeva di escludere dall’ambito di applicazione della legge le acque interne nei parchi nazionali, nelle riserve statali e nelle aree protette regionali. La disciplina di tale aree ricade infatti nella competenza legislativa esclusiva statale.
Nella proposta di legge si reintroducono poi, a tutela della fauna ittica, i divieti di installazione di reti da pesca a una distanza inferiore a 30 metri da scale di monta e di reti da posta a una distanza inferiore a 30 metri da scale di monta, prese d’acqua, sbocchi di canali, cascate naturali o artificiali.