GROSSETO – Si è svolta nei giorni scorsi nella sede della Cittadella del Liceo Rosmini l’inaugurazione della biblioteca. A tagliare il nastro la Dirigente, Gloria Lamioni, alla presenza di Anna Bonelli, direttrice della Biblioteca Chelliana di Grosseto, di Valeria De Rosa, della Cooperativa Tesauro, di Armando Abbate ed Emanuele Bernardini, di Banca TEMA, della professoressa Flavia Musella, docente del Polo “Aldi”, partner di progetto.
La realizzazione di questo importante luogo per la conservazione e diffusione della cultura, non solo nella comunità scolastica ma aperto anche alla cittadinanza, è stato possibile grazie al finanziamento del Miur, per la attuazione di Biblioteche scolastiche e innovative, inserito nel Piano Nazionale Scuola Digitale e ottenuto grazie alla progettazione del gruppo di lavoro del Liceo “Rosmini”, coordinato dalla professoressa Bartali e composto dai docenti Abati, Belgiovine, Bernabei, Brogi, Brunelli, Pacchieri e Settembrini.
“È un giorno importante per noi – ha affermato nel discorso inaugurale la Dirigente – perché si concretizza quel percorso di recupero e di messa a disposizione del nostro fondo librario, specialistico e in parte antico, inserendolo nella Rete Biblioteche di Maremma. A partire dal nuovo anno scolastico tutti i nostri studenti e tutti i grossetani potranno accedere al prestito, anche online. I miei ringraziamenti vanno alla biblioteca Chelliana, che ci ha sostenuto e aiutato nella concretizzazione del progetto, alla cooperativa Tesauro che si è occupata della formazione di docenti e studenti per il lavoro di catalogazione, alla Banca TEMA, da sempre un sostenitore prezioso delle nostre iniziative e al polo Aldi, per il suo partneriato.
Un ringraziamento speciale ai docenti ma soprattutto ai ragazzi, ancora una volta protagonisti del miglioramento della nostra scuola: hanno catalogato, collocato ed etichettato i libri, che oggi, a pieno titolo, tornano a popolare i nuovi scaffali della Biblioteca. Hanno collaborato all’allestimento e alla preparazione dell’evento e oggi possono orgogliosamente dire di aver inaugurato la “loro” Biblioteca.”
“È sicuramente un risultato importante, ma non si tratta della conclusione di un progetto – prosegue la scuola – È l’inizio di un percorso, che vuole vedere la Biblioteca al servizio degli studenti e del territorio: un luogo dove incontrarsi, leggere e studiare, realizzare eventi culturali, come mostre e presentazione di libri. Nella nuova biblioteca ha potuto trovare degna collocazione il dipinto del pittore Giuseppe Ziemacki, a suo tempo donato al Liceo Rosmini dalla famiglia”.
L’artista romano di padre polacco, ma grossetano d’adozione, è stato una figura importante della pittura degli anni Novanta, aderente alla Transavanguardia, che ha visto in Bonito Oliva il suo teorico. È stato insegnante appassionato e coinvolgente di disegno nei licei e negli ultimi anni proprio nel nostro, fino alla sua morte avvenuta il 29 maggio 2000, a soli 49 anni. Ha tenuto mostre a Roma, Venezia, Siena, San Gimignano. A Grosseto ha fondato con altri artisti il Circolarte e collaborato a lungo con il Teatro Studio, per il quale ha disegnato costumi e realizzato libri d’arte sui loro spettacoli. Tra le sue attività più importanti, la collaborazione a In certi luoghi, istallazioni e performance alla ex Fornace Chigiotti (1993) e a Il sogno del cavallo, curata dall’etologo Giorgio Celli al Cassero senese (1996). Nell’ultima parte della propria vita, nel periodo della malattia,
Ziemacki è approdato a una intensa sperimentazione del colore. Il dipinto ora conservato nella Biblioteca trova nel contesto il suo significato più appropriato. L’opera, di compostezza classica, si compone di 10 formelle disposte su due fila: le chiavi – autentiche quelle della colonna centrale – che esse incorniciano le indicano come vere porte. La densità struggente degli impasti azzurri, le velature ora rosse ora scure delle chiavi rinviano al compito primo della scuola: essere il luogo dove le vitalità energiche dei giovani possono trovare la porta che, per dirlo con Montale e rovesciandone il senso, “mondi possa aprirti”. “Sì, la scuola – conclude l’Istituto – nel suo significato più profondo, non è, come solitamente si dice, trasmissione di cultura, ma produzione del nostro futuro”.