GROSSETO – «Venerdì 1 giugno l’azienda sanitaria grossetana ha inaugurato un nuovo macchinario per la risonanza magnetica, uno strumento di ultima generazione che, a quanto dichiarato dall’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi, presente alla cerimonia all’ospedale Misericordia, darà all’Asl di Grosseto “la possibilità di soddisfare completamente i bisogni degli utenti, aumentando la disponibilità di prenotazione e dunque riducendo notevolmente i tempi di attesa”». A parlare è Elisabetta Ripani, deputata di Forza Italia.
«Se queste parole corrispondessero al vero ne saremmo più che soddisfatti, perché significherebbe eliminare una delle criticità maggiori del presidio sanitario del capoluogo, legata appunto alle lunghissime attese che i nostri cittadini sono costretti a subire per poter usufruire di una prestazione. Purtroppo però ci risulta che ad oggi per fare un esame che prevede l’utilizzo della risonanza magnetica ci sia ancora da aspettare quasi un anno, anche per i grossetani che hanno una richiesta medica di tipo D, cioè una prestazione da eseguirsi entro 60 giorni».
«Chi si è trovato in queste ore a dover prenotare una risonanza magnetica urgente, infatti, si è sentito rispondere dal Cup aziendale che la prima data utile per un appuntamento è ad aprile 2019. Da 60 giorni prescritti dal medico si è passati a circa 11 mesi di attesa. Un tempo durante il quale la patologia presunta potrebbe peggiorare, ritardo che comporta spesso ansia e preoccupazioni in chi deve sottoporsi al controllo. Questo è solo un esempio di quello che ogni giorno accade in Maremma. E così non c’è da stupirsi che in tanti preferiscano rivolgersi a centri medici privati che in tempi rapidissimi rispondono alle loro esigenze. L’azienda sanitaria, in un momento molto delicato come quello che sta attraversando, continua a fare proclami senza però che siano supportati dalla realtà dei fatti. Si amplia la strumentazione a disposizione ma il personale sanitario in forza all’Asl grossetana resta lo stesso. Qualcosa non torna: se ci sono i macchinari ma non chi li sa usare, come possono diminuire le liste d’attesa?»