GROSSETO – È stato l’istituto zooprofilattico di Grosseto a compiere l’esame necroscopico sulla carcassa di un cane che era stata rinvenuta all’interno di una valigia in un canale. La valigia galleggiante era stata rinvenuta nel canale Burlamacca di Viareggio e recuperata dai militari della Capitaneria di porto di Viareggio all’altezza del Museo della marineria.
Dalla valigia, chiusa, proveniva un odore nauseabondo: all’interno, ben chiusa in un sacco nero, la carcassa di un cane meticcio, deceduto certamente alcuni giorni prima ma non ancora in avanzato stato di decomposizione.
La carcassa è stata trasportata presso il canile Comunale di Viareggio, per verificare l’eventuale presenza del chip elettronico sottocutaneo contenente i dati di identificazione e registrazione presso l’anagrafe canina: in effetti, il controllo ha permesso di risalire al proprietario del cane. La carcassa è stata trasferita all’istituto zooprofilattico di Grosseto per l’esame necroscopico teso a stabilire con certezza le cause della morte. All’inizio si èepensato al maltrattamento d’animale.
Proprietaria del cane è risultata essere una signora, da poco trasferitasi e attualmente residente in Svizzera. La donna, poco prima di lasciare Viareggio, rintracciata dai militari della Capitaneria di porto ha ammesso di aver posto la carcassa del suo cane, morto per cause naturali, in un sacco nero e quindi nella valigia; avrebbe poi affidato la valigia ad un rigattiere di Viareggio, pagandolo 50 euro affinché lo seppellisse: non si spiegava, infatti, come fosse finito in mare.
Il rigattiere viareggino, una volta rintracciato ed identificato, ha negato ogni circostanza. Nel frattempo, la Capitaneria di porto ha acquisito i risultati delle analisi necroscopiche, secondo le quali “è presumibile che la morte dell’animale sia dovuta a cause naturali, ovvero ad un processo tumorale localizzato all’apparato respiratorio, non essendo evidenti altre alterazioni macroscopicamente riconducibili ad eventi lesivi.”
E’ stata esclusa, quindi, l’ipotesi del maltrattamento; i militari hanno tuttavia contestato alla proprietaria l’incauto ed illecito smaltimento della carcassa del povero animale, violazione soggetta ad una salata sanzione amministrativa da 10.000 a 70.000 euro.