GROSSETO – «Lo Stato saldi i debiti con gli agricoltori versando i contributi per i danni dovuti al maltempo. Il settore è in grave difficoltà: piena solidarietà al comparto» così il senatore Roberto Berardi esprime la propria vicinanza agli agricoltori che, ieri, hanno manifestato a Roma in segno di protesta per i ritardi nel pagamento dei rimborsi previsti per i danni causati dal maltempo.
«Mercoledì 30 maggio gli agricoltori di tutta Italia si sono ritrovati a Roma di fronte al ministero delle Politiche agricole per manifestare ancora una volta contro i ritardi burocratici dello Stato, colpevole di non aver liquidato il comparto per i danni dovuti al maltempo – illustra il senatore – sono tre gli anni (2015-2016-2017) per i quali gli agricoltori attendono ancora i risarcimenti, già stanziati dall’Europa: circa mezzo miliardo di euro che mancano dalle casse del settore, messo in profonda difficoltà dal ritardo nella riscossione. L’allarme è stato lanciato dall’Associazione dei consorzi di difesa (Asnacodi) e da Coldiretti, che hanno portato i loro associati nella capitale per protestare di fronte alla sede ministeriale delle Politiche agricole: a loro esprimo la mia solidarietà».
«I cambiamenti climatici purtroppo hanno già messo a dura prova la resistenza delle imprese – illustra Berardi – se al danno si aggiunge la beffa la situazione diventa intollerabile. Come ho sempre avuto occasione di dire, sono prima di tutto un agricoltore e conosco da vicino i problemi del settore: le aziende del comparto hanno bisogno di meno burocrazia, di risposte veloci e concrete. Non possiamo più accettare che per ricevere contributi si aspettino anni, perché nel frattempo le imprese rischiano di chiudere per sempre. Una parte importante dell’economia italiana è rappresentata proprio dall’agricoltura: l’enogastronomia è un fiore all’occhiello per il nostro Paese, eppure il comparto è trattato da fanalino di coda. I problemi dell’economia reale incombono sugli agricoltori e c’è il rischio di perdere centinaia di migliaia di euro che sono arrivati dall’Europa e che rischiano di tornare indietro».
«A questo si aggiunge lo spreco di denaro degli imprenditori – conclude il senatore – costretti a pagare decine di milioni di interessi passivi per anticipare i contributi attraverso i consorzi di difesa. Gli agricoltori sono ostaggi umani della burocrazia: la protesta di mercoledì 30 maggio è la dimostrazione di come il settore sia abbandonato dallo Stato».