GAVORRANO – Il sindaco uscente viola la “par condicio”. L’accusa a Elisabetta Iacomelli arriva da un altro candidato a sindaco di Gavorrano, Gaetano Di Curzio, che corre per l’omonima lista sostenuta da tutto il centrodestra.
E l’affondo di Di Curzio arriva dalla pagina facebook della sua lista dove con un post di questa mattina si chiarisce che il sindaco uscente sta usando il suo ruolo per fare campagna elettorale. Pratica che non è consentita dalla legge sulla par condicio la 28 del 2000. Nel post che attacca il sindaco uscente non si precisa però quali siano i momenti e le occasioni durante le quali la Iacomelli si sarebbe avvantaggiata per così dire della sua carica anche se dalla lista confermano che questo sarebbe avvenuto almeno già in un paio di occasioni pubbliche.
«L’avvocato Elisabetta Iacomelli si legge su facebook -, Sindaco in uscita del Comune di Gavorrano e nuovamente in corsa per essere un’altra volta eletta Primo Cittadino di Gavorrano, sta sicuramente dimenticando certe norme di legge che regolamentano l’attività di propaganda elettorale. Non vogliamo fargliene una colpa, sapendola così affannata a recuperar consensi e voti dopo 5 anni di (disastrosa) amministrazione pubblica».
«Vogliamo comunque ricordarle che esistono norme di legge, emesse dal Ministero degli Interni della Repubblica Italiana, che vietano alle Amministrazioni pubbliche uscenti (Sindaco ed Assessori), qualunque attività di comunicazione istituzionale durante la campagna elettorale, affinché tali iniziative non si incrocino e s’intreccino con quella che è la normale attività di propaganda elettorale».
«In altre parole la legge non vuole e non consente che gli amministratori in uscita – ma ancora in carica – siano avvantaggiati rispetto agli avversari politici, in virtù della loro carica istituzionale ancora in essere».
«È quindi vietata qualsiasi iniziativa patrocinata e/o promossa dall’Ente Pubblico, o che dell’Ente pubblico benefici la presenza rappresentativa anche individuale, relativa ad azioni od attività comunque collegate ad un soggetto politico facilmente riconoscibile«.
«Sono altresì proibite dalla legge – durante la campagna elettorale – tutte le iniziative che tendono a presentare un’immagine positiva dell’Ente Pubblico, al fine di legittimarne ed evidenziarne la qualità ed il valore ritenuto, ad arte, volutamente positivo.
Le consigliamo di tenerne conto, perchè chi si candida a (ri)guidare una comunità deve per primo dare esempio di rispettare la Legge. Dura lex, sed lex. Come disse Socrate. Per tutti. (Legge n° 81 del 1993, art. 29; Legge n° 28 del 2000, art. 9)».
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