GAVORRANO – Dopo la pubblicazione della consueta rubrica settimanale #tiromancino, che oggi ha affrontato il tema dei gessi rossi, pubblichiamo una nota del Comitato per la difesa del Bruna che ha chiesto alla nostra redazione di poter intervenire.
«Non ci rivolgiamo – si elgge nella nota – solo al sig. Frascino, ma a quell’altra parte del PD, quella degli onorevoli Braga e Puppato, Presidente e Vicepresidente della Commissione Inchiesta Rifiuti Toscana, che hanno coraggiosamente mostrato il vero volto dei veleni che siamo costretti a subire in Toscana da anni, e che hanno dichiarato il 28 febbraio scorso “che i gessi rossi sono rifiuti speciali non idonei al ripristino ambientale di ex cave”».
«Non ci rivolgiamo solo al PD provinciale, che ha curiosamente definito le pagine parlamentari sui gessi rossi una “relazione palesemente di carattere politico” (.. ma se è del PD la relazione!?). Ci rivolgiamo anche al PD delle interrogazioni parlamentari sul Casone di Luca Sani, o delle battaglie di Ermete Realacci, e forse non a caso sono entrambi momentaneamente usciti di scena…».
«Ci rivolgiamo al PD che abbia capito che le tematiche ambientali sono la vera priorità, insieme cerchiamo di rasserenare e ragionare, non troveremo soluzioni con gli slogan o agitando gli spettri occupazionali o pericolose inesattezze o testardaggini. Il braccio di ferro, quello si, può portare alla chiusura delle fabbriche, o a un nuovo caso ILVA, perché fa solo perdere tempo prezioso per cercare nuove soluzioni».
«E’ grave affermare che le analisi della Commissione Parlamentare sono state fatte prima del 2015 e quindi negative perché eseguite prima delle nuove deroghe, è falso. La Commissione non parla affatto degli inquinanti contenuti nello sbandierato articolo 298 bis, ma di ben altri, e molto più pericolosi, quali cromo esavalente, cromo e metalli pesanti, ecc».
«Quelli del 298 bis sono ipotetiche deroghe per i solfati e i cloruri, che non possono comunque andare nelle falde, per nessuna legge al mondo. Esistono precisi limiti per le falde, italiani ed europei, e sovrastano qualunque deroga “all’italiana”. Nel 2004, nelle Conclusioni del Verbale della riunione della Commissione Tecnica nel Comune di Roccastrada, sottoscritto anche dalla Tioxide, è scritto che: “Secondo i risultati di laboratorio riportati nel punto precedente, il gesso rosso Tioxide…rappresenta, se sottoposto a fenomeni di eluizione, un pericolo potenziale di contaminazione dei corpi idrici superficiali e delle acque sotterranee utilizzate a scopo potabile per i parametri solfati, manganese e cloruri”».
«A seguito dell’incidente a Montioni del 2014, l’ARPAT ha rilevato che : “L’acqua che fuoriesce dal gesso presenta elevate concentrazioni di ferro, manganese, solfati”.E la falda di Scarlino, sotto lo stoccaggio dei gessi della Venator al Casone, presenta alte concentrazioni di solfati, manganese e ferro, come riportato a pag 13 il progetto di bonifica presentato l’anno scorso dalla stessa Venator. Tutto ciò sta a significare che esiste un fondato pericolo per le acque se entrano in contatto con i gessi rossi. Non siamo ambientalisti integralisti e non tifiamo affatto per la chiusura delle aziende del Casone, che, lo ricordiamo, hanno anche precisi impegni di bonifica sulle falde contaminate, lavori che le aziende affronteranno per molti anni, e che mai il Comune di Scarlino avrà i fondi per affrontare».
«Però, ironizzando i comitati locali con i “fiori di Bach”, il sig. Frascino, generalmente molto attento alle tematiche della salute, in qualche modo sbeffeggia anche lo studio svolto dall’Asl sul drammatico stato di salute dei cittadini di Follonica e Scarlino, e le molte famiglie che hanno terribili malattie in casa.
Ironizzando i comitati con i “fiori di Bach” si sbeffeggiano anche le migliaia e migliaia di agricoltori e operatori turistici il cui posto di lavoro è garantito esclusivamente dall’integrità di quelle falde, da Ribolla al mare, e che in questo momento hanno paura di perdere il lavoro, tanto e più degli operai del Casone, perché se è vero che in Toscana esistono ben 1.208 cave abbandonate, per loro c’è 1 sola falda, da Ribolla alle spiagge, che è, lo ricordiamo, anche falda potabile ai pozzi di Barbaruta. E l’acqua sarà presto il bene più prezioso, più della politica, e più dell’occupazione di operai e agricoltori, più delle nostre sterili polemiche».
«Ci farà piacere incontrare il sig. Frascino, e confrontarci con lui, 1 a 1, per noi la polemica si chiude qui, il 3 giugno saremo a Bagno se vorrà ascoltarci. A lui ricordiamo che si sono espressi contrari alla pericolosa ipotesi dei gessi rossi in prossimità delle falde, oltre ai comitati del No Gessi a Gavorrano, moltissimi abitanti di Gavorrano e Ribolla, e centinaia di aziende agricole e turistiche, e i Comuni di Castiglione, Grosseto e Roccastrada, e FdI, Lega, MDP/ART.1/LeU, Movimento 5 Stelle, i Sindacati CIA, Coldiretti e Unione Agricoltori, Legambiente, WWF, Forum Ambientalista, Isde e molti altri soggetti.
E tutti, ovviamente, non lo fanno solo per i loro interessi, e…. non fanno uso di fiori di Bach».