GROSSETO – «Già nel 2017 Articolo Uno MDP di Grosseto ha espresso la propria netta contrarietà allo stoccaggio dei gessi rossi, scarto di lavorazione del biossido di titanio, nella cava della Bartolina» a dirlo è Luca Alcamo, coordinatore provinciale di Articolo Uno MDP.
«Alla luce di quanto emerso dalla relazione della Senatrice Laura Puppato e dell’onorevole Stefano Vignaroli – sottolinea Alcamo – sentiamo la necessità di ribadire con forza la nostra posizione. La stella polare, per chi si occupa di politica, dovrebbe essere il principio di cautela: nel dubbio evitiamo di mettere a rischio la salute dei cittadini e l’onere della prova sta a chi sostiene che il pericolo non esiste. Mi spiego meglio: finché non mi si dimostra in modo inconfutabile che il materiale non nuoce alla salute non si usa per ripristinare cave o, addirittura, in agricoltura».
«Invece – prosegue il coordinatore – sono state fatte entrambe le cose, consentendo un risparmio di diverse decine di milioni di euro all’azienda, ma senza tenere conto dei potenziali pericoli per le persone e per l’ambiente. Ribadisco quello che ho detto mesi fa: l’azienda Venator rappresenta una realtà occupazionale irrinunciabile, quei posti di lavoro vanno tutelati e il territorio non si sottrarrà alle proprie responsabilità, ma non possiamo accettare di essere costretti a scegliere fra lavoro e salute».
«Nel 2018 si può ragionevolmente pensare di aver diritto ad entrambi – afferma Alcamo- oggi l’azienda Venator respinge, legittimamente, le accuse rispondendo alla commissione parlamentare con altri dati. Bene. Mentre aspettiamo che i tecnici diano una risposta definitiva la cosa più logica da fare è fermare il percorso. Nel frattempo il mondo dell’agricoltura interviene nel dibattito ricordando a tutti noi quanto sarebbe fondamentale un bacino idrico di sei milioni e mezzo di metri cubi in un territorio come il nostro».
«Ad oggi registriamo il fatto che a Gavorrano l’unica candidata alla guida del comune a prendere una posizione chiara sia stata Patrizia Scapin – conclude il coordinatore – candidata da noi convintamente appoggiata. A chi invece chiede ai cittadini il voto sostenendo di non voler dire né un no ideologico né un sì scontato, resta solamente un “forse” cerchiobottista, ma la politica è una cosa seria e dire “tu intanto votami poi ti faccio sapere” è un atteggiamento tutt’altro che serio».