NOMADELFIA – “La visita di Papa Francesco è stata un ricostituente dello spirito, un crescendo emozionante. Ogni tappa ha costituito un passaggio significativo ed eloquente di ciò che è Nomadelfia e di quale è stato e continua ad essere il carisma di don Zeno. Per questo non è abusato dire che si è trattato di una visita commovente, nei modi, nei luoghi, nei gesti. A partire dalla firma, che il Papa ha apposto con molta cura sulla pietra che poi ha lasciato sulla tomba di don Zeno, fino allo spettacolo dei giovani a cui ha assistito partecipe, perché ha colto l’essenza della identità stessa di Nomadelfia, un popolo nuovo nel quale il Vangelo si è fatto profezia.
L’ho visto molto a suo agio nel gruppo familiare, capace di assorbire ogni dono, ogni parola, ogni aspetto di ciò che ha visto e sperimentato. Nell’essergli accanto durante tutta la visita, nel tremore e nella gioia, è stato per me il dono di poter godere appieno della sua sensibilità di pastore. Ha salutato con piacere anche i butteri maremmani che gli hanno ricordato i gauchos: ‘Ho capito subito chi erano quando li ho visti a cavallo’, mi ha detto.
Certamente ora si tratta di far depositare le emozioni e lasciar affiorare il frutto di questo incontro che il Signore ci ha offerto di vivere non come occasione che si esaurisce, ma che è capace di generare ulteriore fecondità in Nomadelfia e tra la Chiesa di Grosseto e i figli di don Zeno, a cui va la gratitudine per il mondo in cui hanno saputo condividere questa visita con tutti, offrendo la possibilità di sperimentare ancora una volta che essere Chiesa è dono bello da custodire”.
In occasione della visita il vescovo Rodolfo ha potuto far benedire al Papa un bellissimo Rosario in pietra, che il 26 maggio, in occasione del 16° pellegrinaggio mariano diocesano Marrucheti-Campagnatico, sarà portato al santuario mariano diocesano e deposto dinanzi all’immagine della Madonna delle Grazie lì venerata.