NOMADELFIA – «L’unico linguaggio è quello dell’amore». Papa Francesco ricorda così la figura di Don Zena nella visita a Nomadelfia, la comunità fondata da Zeno Saltini. Il Santo Padre è arrivato questa mattina, atterrato direttamente nella comunità che si trova tra Grosseto e Batignano.
La prima visita è stata per la tomba di Don Zeno nel piccolo cimitero dove il fondatore della comunità riposa assieme a Pino Arpioni, collaboratore di Giorgio La Pira che dopo la deportazione fondò l’’Opera per la gioventù Giorgio La Pira’ e Nelusco, il primo babbo di Nomadelfia. Quando don Zeno arrivò a S. Giacomo Roncole iniziò ad accogliere i bimbi senza famiglia in canonica: c’era bisogno di qualcuno che desse una mano. Tra i primi ragazzi che si resero disponibili ad aiutarlo, facendo da papà a questi bimbi, c’era Nelusco. Nel 1947 sposò Anna e, nello stesso giorno, don Zeno affidò quattro bimbi alla nuova famiglia: furono la prima coppia di sposi ad accogliere figli senza famiglia, amandoli come propri.
Poi il Papa ha incontrato uno dei nuclei familiari che si trovano nella comunità, composto da tre famiglie che hanno deciso di vivere assieme e condividere i momenti più importanti della giornata, come i pasti o la preghiera. Qui il Santo padre si è fermato a parlare con una mamma.
Nella sala Don Zeno i giovani hanno poi messo in scena una rappresentazione teatrale per raccontare la storia di Nomadelfia e del suo fondatore. Francesco di Nomadelfia, presidente della comunità, ha ringraziato Papa Francesco a nome di tutti nomadelfi «nella propria vita Don Zeno ha accolto 5 mila figli con l’aiuto delle mamme di vocazione e poi degli sposi, come Nelusco e Anna perché nessuno si salva da solo. Zeno ha osato percorrere sentieri nuovi e le chiediamo di accompagnare in questo cambiamento epocale la piccola comunità di Nomadelfia».
–
–
«Di fronte ad un mondo talvolta ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo – ha detto Papa Francesco -. Il vostro fondatore si è dedicato con ardore apostolico a preparare il terreno alla semente del Vangelo. Cresciuto tra i campi fertili dell’Emilia sapeva che, quando arriva la stagione adatta, è il tempo di mettere mano all’aratro e preparare il terreno per la semina».
–
–
«La legge della fraternità che caratterizza la vostra vita è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli apostoli. Vi esorto a continuare questo stile di vita confidando nel Vangelo e nello Spirito Santo. Di fronte alle sofferenze di bambini orfani o segnati dal disagio Don Zeno comprese che l’unico linguaggio che essi comprendevano era quello dell’amore e seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento e la solitudine ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie dove i membri si riconoscono fratelli nella fede. Così a Nomadelfia, in risposta a una speciale vocazione del signore si stabiliscono legami ben più solidi di quelli della parentela. Viene attuata una consanguineità con Gesù e questo speciale rapporto viene manifestato anche nei rapporti reciproci tra le persone, tutti si chiamano per nome mai con il cognome e nei rapporti quotidiani si usa il tu»
«Continuate su questa strada incarnando il modello dell’amore fraterno, sempre conservando lo spirito di Don Zeno. Vi ringrazio tanto per il calore e il clima di famiglia con cui mi avete accolto, è stato un incontro breve ma carico di significato e di emozione, lo porterò con me, specialmente nella preghiera». Ha concluso il Papa che poi è ripartiro in volo verso la comunità dei Focolarini che visiterà nelle prossime ore.