GROSSETO – “Assunzioni Asl: qual è la reale necessità della sanità locale? I numeri sulla crescita dell’organico annunciati dalla direzione dell’azienda sono vuoti” così l’onorevole Elisabetta Ripani, Forza Italia, attacca frontalmente la direzione dell’Azienda sanitaria sulla questione assunzioni.
“La carenza di personale dell’azienda sanitaria grossetana è sotto gli occhi di tutti – dice Ripani – a quali numeri si riferisce il direttore del Dipartimento risorse umane dell’Asl, Dario Rosini, quando annuncia 50 unità in più rispetto al 2017 e 100 rispetto al 2016? Perché la vera domanda sarebbe un’altra: quanto personale servirebbe alla nostra struttura sanitaria per supportare il carico di lavoro? I vertici aziendali hanno idea di quanti e quali professionisti servirebbero per rispondere in modo accettabile alle necessità dei cittadini? L’azienda sanitaria risponda ai sindacati e i dirigenti si confrontino con lo staff medico e infermieristico: i cittadini pretendono, giustamente, una sanità efficiente e non continui annunci sulla stampa da parte di chi guida l’azienda. Annunci, tra l’altro, puntualmente smentiti o confutati da chi lavora nelle nostre strutture sanitarie”.
“La realtà non mente – prosegue Ripani – com’è possibile, con tutte le nuove assunzioni annunciate e uno staff così numeroso, che ci siano ancora liste d’attesa di mesi, operazioni ginecologiche che vengono fissate dopo 300 giorni dalla richiesta, visite specialistiche pediatriche con sette mesi di aspettativa, un 118 al collasso e molti altri disagi? Naturale chiedersi se i numeri forniti dal direttore abbiano un parametro di riferimento, se ci siano studi per valutare la reale necessità e di conseguenza il personale adeguato per dare risposte alla cittadinanza”.
“Le incongruenze non mancano – sottolinea l’onorevole – per esempio: come dev’essere classificato un infermiere non più abilitato a lavorare con i pazienti e trasferito in un ufficio? Resta in carico al personale infermieristico oppure è un amministrativo? Perché continuano a essere istituiti dipartimenti e aree in cui vengono trasferiti medici che non sono più operativi ma diventano burocrati, e non sono sostituiti? Perché all’ospedale Misericordia, in Radiologia, ci sono sette medici che lavorano senza sosta ma l’azienda non ha ancora pensato a trasferire (non pretendiamo assumere) professionisti che possano così ridurre il carico di lavoro dei colleghi?”
“Intanto il direttore annuncia che l’azienda ha rispettato i patti con i sindacati – conclude Ripani – ma il giorno dopo la Cgil lamenta di non avere avuto risposte dall’Asl e soprattutto che continua a “constatare una modalità relazionale dell’azienda che nei fatti snatura il concetto di corrette relazioni sindacali”. Insomma, basta annunci e proclami: i vertici aziendali si calino nella realtà e comincino finalmente a capire le necessità della nostra struttura sanitaria per trovare soluzioni condivise e concrete”.