CHERNOBYL – La città di Prypjat è completamente disabitata dal 27 aprile 1986, giorno dell’evacuazione dopo il disastro nucleare di Chernobyl avvenuto la notte del 26 aprile. Le strade, ancora praticabili (pur se la vegetazione si sta riappropriando di tutto), sono inutilizzate da quel giorno. Per entrare nell’area sono richiesti dei permessi speciali; all’uscita, persone e veicoli devono superare un controllo per il rilevamento del livello radiazioni assorbito.
«La storia di quello che è successo a Chernobyl mi è rimasta impressa fin dall’infanzia ed è un argomento che mi sta molto a cuore – afferma Francesca Dani -. Per questo ho ideato il progetto “Ghosts Of Chernobyl”, dei tour fotografici che organizzo tre volte all’anno, pensati e studiati per far toccare con mano ma soprattutto con il cuore, quello che può accadere al nostro pianeta per un piccolo sbaglio di noi esseri umani».
«Tutto ebbe inizio il 25 Aprile quando il personale tecnico della centrale doveva effettuare un test sulla sicurezza in caso di mancata energia elettrica dovuta al blocco delle turbine – ricorda Loriano De Angelis – Il 25 mattina inizia la preparazione del test, la potenza del reattore venne progressivamente abbassata; erano pronti per iniziare il test, ma da Kiev arrivò un ordine di ritardare il test perché nella giornata ci sarebbe stato un fabbisogno energetico nella regione più alto del previsto, così il reattore si trovò per ben 12 ore a lavorare con una potenza ridotta, cosa che contribuì ad aumentare l’instabilità del nocciolo».
Quando il test iniziò iniziarono anche i problemi, la potenza era ormai troppo bassa. Fu dato l’ordine di alzare anche 26 delle 30 barre di controllo che per protocollo mondiale non vanno mai alzate quelle garantiscono la salvaguardia del nocciolo. all’ 1.23 di notte il reattore era ormai fuori controllo. Viene azionato il pulsante di SCRAM (arresto immediato) immediatamente dopo avvengono due esplosioni consecutive, è l’inizio della fine. L’esplosione proietta in aria tutto quello che poteva pezzi del reattore saranno trovati nei giorni successivi ad oltre 1 km di distanza, tutta la miscela di gas radioattivi si espande nell’atmosfera. La foresta nelle vicinanze della centrale in poche ore cambiò colore la nube radioattiva in poche ore raggiunse molti stati europei.