CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – A meno di una settimana dalla venuta del Papa in Maremma, Castiglione della Pescaia si appresta ad ospitare «I maratoneti del Papa»: sono i settanta corridori dell’«Athletica Vaticana», dipendenti o cittadini vaticani che, insieme, vogliono portare una testimonianza ed essere «sale della terra anche nel mondo dello sport».
Dalla tarda mattina di venerdì 4 al pranzo di domenica 6 maggio, l’Athletica Vaticana, si allenerà, a partire dalle 15.30 di sabato, agli impianti sportivi di Casa Mora, con i ragazzi disabili dell’Associazione Skeep di Grosseto, sotto la guida dell’atleta tecnico della società Atletica Castiglionese, Elisabetta Artuso.
Sempre sabato, alle 19, sarà celebrata la Messa nella pista di atletica, presieduta da mons. Melchor Sanchez de Toca, Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura.
«Scopo di questo fine settimana a Castiglione della Pescaia – spiega uno dei fondatori di Athletica Vaticana, il giornalista dell’Osservatore Romano Gian Paolo Mattei – è vivere un’esperienza di amicizia, con le famiglie, facendo sport, coiniugandolo a spiritualità e solidarietà: le caratteristiche che animano Athletica Vaticana». L’idea di costituire l’associazione sportiva è nata in modo spontaneo, dall’incontro di tanti dipendenti del Vaticano che corrono, la mattina prestissimo, prima di andare a lavorare, in particolare sui lungotevere, in zona San Pietro. Da qui l’idea di darsi un appuntamento e creare anzitutto una «community» tra amici per scambiarsi esperienze e suggerimenti, condividendo amichevolmente la passione per la corsa.
La Segreteria di Stato ha poi stabilito di dare una forma giuridica ad «Athletica Vaticana», ponendola in Vaticano sotto l’egida del Pontificio Consiglio della Cultura, nel cui ambito c’è il dipartimento per lo sport, affidato al sottosegretario, mons. Sánchez de Toca. E così è nata una vera e propria rappresentativa che corre con lo stemma pontificio. In squadra ci sono guardie svizzere insieme a gendarmi, vigili del fuoco, giornalisti, tipografi, falegnami, funzionari della Villa pontificia di Castelgandolfo, dei servizi economici e tecnici. E, ancora, restauratrici e custodi dei Musei vaticani, addetti della Farmacia e della Fabbrica di San Pietro. E anche alcuni sacerdotirunner, impegnati nel campo della cultura, dell’ecumenismo, dell’attenzione alla famiglia e al valore della vita. Particolarmente significativa è la partecipazione delle donne: la corsa, del resto, è uno sport che le vede sempre più protagoniste. Tra le inziative dei «maratoneti del Papa» la tradizionale Corsa dei Santi, il 1 novembre scorso, con partenza e arrivo in piazza San Pietro, sostenendo «la causa delle bambine che in India sono costrette a sposarsi con la violenza e che sono assistite dalla fondazione salesiana “Don C Bosco nel Mondo”»; a gennaio la Corsa di Miguel, sempre a Roma, aderendo alle tante iniziative solidali e contro ogni forma di razzismo. E alcuni atleti hanno corso spingendo le carrozzine delle persone con disabilità. Ed ancora il piccolo, grande gesto che ha aperto le Olimpiadi invernali in Corea: la consegna della maglietta di Athletica Vaticana ai rappresentanti dello sport mondiale, a cominciare dal presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach. A portare personalmente a PyeongChang la maglia biancogialla (i colori del Vaticano) è stato mons. Melchor Sánchez de Toca. «Athletica Vaticana non nasce per inseguire vittorie o record – spiega Michela Ciprietti, 35 anni, farmacista, capitano della squadra e spesso prima nelle classifiche – perché a caratterizzarci sono amicizia e solidarietà e così rilanciamo anche gli appelli di Papa Francesco in favore degli ultimi».
«Tanto che aggiunge Giancarlo Giannini, tipografo e decano del team con i suoi 60 anni – non facciamo graduatorie e l’atleta che sale sul podio vale quanto chi corricchia una volta a settimana per stare bene in salute». In effetti nel team vaticano ci sono atleti che spesso tagliano il traguardo per primi e altri che, invece, corrono «per puro divertimento». Come segno di solidarietà e accoglienza Athletica Vaticana ha «adottato» due giovani migranti africani, ospiti della cooperativa «Auxiulim» a Castelnuovo di Porto (dove Papa Francesco è andato per incontrarli il Giovedì Santo 2016). Consegnando loro le maglie ufficiali della squadra: un gesto di concreta integrazione attraverso lo sport, per rilanciare gli appelli del Papa e anche in sintonia con la scelta del Comitato Olimpico Internazionale di creare un team di atleti rifugiati.