Gli italiani sono i più bravi d’Europa a risparmiare e questa non è una notizia dell’ultima ora, visto che vantano questo primato da sempre. Anche la crisi economica,che ha investito come un tornado il paese nell’ultimo decennio, sembra non aver cambiato questa piacevole abitudine, se si considera che i risparmi sui conti correnti sono aumentati del 44%. La conferma arriva da un’indagine condotta da FIDT, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, dalla quale emerge che a dicembre del 2007 i depositi sui conti correnti degli italiani ammontavano a 402,32 miliardi, mentre a giugno del 2017 erano saliti a 578,26 miliardi.
È importante, inoltre, sottolineare che stiamo parlando dei fondi tutelati, ossia quelli che sono compresi al di sotto della soglia massima di 100.000 Euro, il limite sotto il quale viene garantita la restituzione nel caso di crack finanziario dell’istituto di credito presso cui è depositato il denaro. Se prendiamo, infatti, in considerazione anche i risparmi al di fuori della fascia di garanzia, la cifra totale accumulata sui conti dei cittadini del Belpaese superano gli 862 miliardi. Numeri che ci sentiamo di definire di tutto rispetto.
Di questi risparmi, però, ben il 30% non viene investito e viene gelosamente conservato sul conto corrente; diciamo che rappresenta quella piccola riserva da tenere ben protetta che serve per poter affrontare eventuali emergenze o inaspettati inconvenienti, indice del clima di grande incertezza in cui ancora si vive. Segnali positivi arrivano, comunque, dal settore del credito, in quanto sembra che i consumatori abbiano acquisito una maggior fiducia nel futuro, siano tornati a richiedere prestiti personali e a abbiano cominciato a far crescere i consumi, indice, quest’ultimo, da non sottovalutare.
Da aggiungere, infine, che il rapporto dei correntisti con gli istituti di credito è, nel corso di questi ultimi anni, molto cambiato, grazie a due fattori fondamentali: l’avvento del banche digitali e la liberalizzazione del mercato bancario, anche grazie a normative come il Decreto Bersani, che hanno contribuito a contenere lo strapotere che certi gruppi bancari avevano in passato e che non si vergognavano di usare.
Per fare un esempio che chiarisce ciò che intendiamo dire, oggi cambiare conto corrente è un gioco da ragazzi, anzi è, a dire il vero, un diritto che può essere esercitato senza dover spendere niente, in quanto la portabilità del conto è garantita dalla legge e sono gli istituti di credito che devono disporre le operazioni necessarie perché si concluda il più velocemente possibile il trasferimento. Tutto ciò ha ovviamente permesso di immettere sul mercato prodotti finanziari concorrenziali, facilmente gestibili, molto innovativi e, soprattutto, strutturati in modo da soddisfare le esigenze dei clienti, come sempre succede quando il mercato diventa meno ingessato e l’offerta deve adeguarsi il più possibile alla domanda, quantomeno se i players in gioco non vogliono essere estromessi dal gioco.