NOMADELFIA – E’ scattato il conto alla rovescia per la visita di papa Francesco a Nomadelfia, il prossimo 10 maggio.
Nomadelfia e Diocesi di Grosseto sono impegnate nell’organizzazione dell’accoglienza, affinché rispecchi lo stile di questa visita, che resta un momento familiare: è l’incontro del Santo Padre con un popolo, che ha fatto della scelta evangelica e della fraternità lo stile e l’opzione primaria della propria vita.
“Il Santo Padre – dice Francesco, presidente di Nomadelfia – verrà a riconoscere in don Zeno un grande amore alla Chiesa, che dirà “mi scorre nel sangue”, una grande obbedienza, una carità fondata su una grande fede e una speranza che “chi combatte con Cristo vince anche quando perde”.”
Per il vescovo Rodolfo Cetoloni “è bello e significativo che il Papa venga a Nomadelfia poche settimane dopo aver pubblicato la sua esortazione sulla santità. Nomadelfia è un’esperienza di santità non perché chi vive qui è automaticamente santo, ma perché avverte che quella aspirazione originaria che è nel cuore dell’uomo, ovvero la felicità piena, a Nomadelfia può realizzarsi. La visita di Papa allora è occasione programmata per confermare il valore e la perenne attualità del Vangelo vissuto in fraternità, ma anche occasione provvidenziale per sfidare le nostre pigrizie, le nostre abitudini anche ecclesiali”.
Sono attese a Nomadelfia 4mila persone, mille delle quali dalle parrocchie, che raggiungeranno la comunità con 21 mezzi tra pullman e mezzi più piccoli.
Nella sala don Zeno saranno collocate 620 persone: i nomadelfi, i figli di Nomadelfia, le autorità e un pool di giornalisti.
Il tragitto del Papa
Papa Francesco atterrerà con l’elicottero al campo sportivo di Nomadelfia, dove sarà accolto dal vescovo Rodolfo, da don Ferdinando, successore di don Zeno e da Francesco, presidente di Nomadelfia.
Quindi si sposterà direttamente presso il cimitero dove pregherà sulla tomba di don Zeno. Da lì raggiungerà il gruppo familiare “Il Poggetto”. Entrambi questi momenti saranno strettamente privati: non sono ammessi giornalisti, fotografi e cameramen.
Terminato l’incontro con il gruppo familiare, il Santo Padre raggiungerà la sala don Zeno, dove sarà accolto dal popolo di Nomadelfia. I giovani gli offriranno alcune danze, mentre il Papa rivolgerà un discorso – l’unico – a tutti.
Prima di ripartire alla volta di Loppiano, papa Francesco si porterà all’esterno per salutare i fedeli.
Il maxischermo
I fedeli presenti a Nomadelfia seguiranno tutti i momenti dal maxischermo di 15 metri che sarà collocato all’esterno della sala Don Zeno in una posizione strategica visibile da tutte le aree circostanti.
Il servizio dei giovani
E’ una bella novità che riguarda la visita di papa Francesco a Nomadelfia. La pastorale giovanile della Diocesi ha, infatti, organizzato la proposta di un servizio, da parte dei giovani, per la stessa visita. Hanno risposto all’appello 30 ragazzi, reclutati in parte nelle parrocchie in parte in alcuni istituti superiori di Grosseto. Hanno fra i 16 e 19 anni, oltre ad alcuni più grandi della consulta diocesana di pastorale giovanile. I giovani saranno a Nomadelfia già dal pomeriggio del 9 maggio per effettuare sopralluoghi, sottoporsi ad un piccolo percorso di formazione e aiutare negli ultimi preparativi. Ceneranno al sacco, poi dopo cena veglia di preghiera e momento di condivisione coi giovani di Nomadelfia. Trascorreranno la notte dormendo in terra, con stuoino e sacco a pelo, nell’ampio salone bar della comunità.
Il 10 maggio alle 4.30 saranno già operativi, occupandosi soprattutto dell’accoglienza dei pellegrini che arriveranno in pullman e coi mezzi privati. Faranno servizio d’ordine, saranno di supporto alla stampa, presteranno servizio nel settore riservato ai disabili. Seguiranno l’afflusso, la sosta ed il deflusso dei partecipanti, con particolare attenzione ai momenti caldi del passaggio del Santo Padre. Dopo la partenza del Papa saranno inoltre impiegati nella somministrazione del cestino pranzo nei punti ristoro, in ausilio ai nomadelfi, e per quello che eventualmente occorrerà.
Papa Francesco, prima di entrare nella sala Don Zeno, dove l’attenderanno i Nomadelfi, visiterà la tomba di Don Zeno, al cimitero della piccola comunità soffermandosi sulla tomba di mamma Irene, la prima mamma di vocazione, e di su quella di Pino Arpioni, collaboratore di La Pira. Dopodiché farà visita ad un gruppo familiare, una istituzione tipica di Nomadelfia. Il gruppo familiare del Poggetto, che visiterà il Papa, è composto da tre nuclei familiari e 23 persone. in uno spiazzo comune si trovano tre case, utilizzate per dormire dalle singole famiglie: ma tutte le attività comuni, come mangiare, si svolgono nella casa centrale, come conferma Pietro, che il capo di questo gruppo familiare. all’interno della casa comune una piccola cappella domestica con l’eucarestia. Qui il Papa resterà a colloquio privato con due madri.
Anche se la famiglia mantiene una sua individualità, la responsabilità educativa è condivisa da tutti i membri della comunità: una responsabilità che si estende anche all’esterno, attraverso l’accoglienza di bambini in stato di abbandono. In questo momento (la comunità è composta da circa 300 persone) dei 100 minori presenti una 20ina sono in affido.
Storia
La visita a Nomadelfia rappresenterà la terza visita di un Pontefice a Grosseto. La prima è avvenuta nel XII secolo con papa Innocenzo II, che in seguito decise di trasferire la sede vescovile da Roselle a Grosseto. La seconda avvenne ben otto secoli dopo, il 21 maggio 1989, quando giunse pellegrino in Maremma Giovanni Paolo II, che nell’occasione visitò anche Nomadelfia.