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a cura della dott.ssa Annalisa Raia, Infermiera
Sono sempre più numerosi gli studi che individuano nella dieta la principale forma di prevenzione e di cura delle più diffuse patologie della nostra epoca e numerose sono le testimonianze di come, con l’alimentazione, sia possibile non solo risolvere gravi disturbi, ma anche migliorare in generale la qualità della propria vita.
“L’uomo è ciò che mangia”, frase che ha reso celebre il filosofo tedesco dell’800, L. Feuerbach, il quale fa leva sull’unità psicofisica dell’individuo e sul fatto che, se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo, bisogna innanzitutto migliorarne le condizioni materiali, a cominciare dall’alimentazione, dimostrando scientificamente che il pensiero comincia proprio dalla pancia e poi arriva alla testa.
Studi scientifici affermano che nelle società occidentali e industrializzate si stia registrando l’aumento dell’incidenza di malattie neoplastiche, degenerative, autoimmuni (come l’Alzheimer, la sclerosi multipla, la celiachia, intolleranze alimentari di ogni tipo), ma anche di cardiopatie, allergie, reumatismi, artriti, diabete di tipo I, steatoepatiti non alcoliche, sindrome metabolica (già in giovane età) e disturbi mentali come depressione e autismo.
Tutte queste patologie sono correlate, alcune in modo molto forte, ad una alimentazione scorretta che finisce per essere dannosa e provocare un danno ad un altro organo “scoperto recentemente”: il microbiota, considerato il nostro secondo cervello, profondamente alterato da un’alimentazione povera di micronutrienti importanti come gli antiossidanti, i polifenoli, le vitamine e grassi buoni, ad oggi, sempre più intossicato dagli zuccheri raffinati industriali, dagli acidi grassi idrogenati e dai conservanti chimici , additivi e pesticidi.
L’importanza di un’alimentazione sana inizia fin dai primi momenti di vita. Il primo importante passo, infatti viene compiuto proprio in gravidanza. Oggi si afferma che, mangiare bene per 9 mesi può far stare in buona salute una persona fino a 90 anni. Questo perché, le conseguenze di quello che mangiamo non si esauriscono nel nostro corpo ma vanno oltre. Studi condotti su modelli sperimentali hanno messo in luce che una dieta ipercalorica e i disturbi metabolici a essa correlati come, ad esempio, obesità e diabete, impoveriscono la riserva di cellule staminali del cervello e alterano la funzione dei circuiti nervosi maturi causando un precoce deterioramento delle capacità cognitive. Il nostro regime alimentare influenzerebbe quindi anche le generazioni future, lasciando una sorta di imprinting capace di influenzare capacità di apprendimento, memoria e suscettibilità al declino cognitivo.
Ma proviamo a fare qualche esempio.
Tra i più comuni alimenti contro il cancro ricordiamo: ortaggi quali cavolo, broccoli, cavolini di Bruxelles, verza, crescione, rapa, cavolfiore. Le proprietà antitumorali di questi ortaggi derivano da sostanza chiamate glucosinolati. Ma tale malattia viene contrastata anche da aglio, soia, curcuma, salmone, pesce azzurro, frutta secca e legumi, omega3 e fibre.
Tra gli alimenti che contrastano le malattie infiammatorie abbiamo pesce, olio extravergine di oliva, ciliegie, broccoli, latticini, tè verde, cereali integrali, ananas, aglio, nocciole.
E ancora in generale frutta, verdura e pesce contrasterebbero l’insorgenza dell’ Alzheimer; come la cipolla, la curcuma, l’aloe vera, il te verde, il succo di mirtillo e del limone aumenterebbero le difese immunitarie per prevenire l’insorgenza di infezioni.
Gli studi fatti sino ad oggi sono molteplici e dimostrano come una nutrizione corretta durante tutta la nostra vita, costituisce, assieme ad una adeguata attività fisica e al controllo di altri fattori di rischio, come il fumo o l’alcol, un elemento fondamentale nella prevenzione di numerose condizioni patologiche e un aiuto importante nelle cure farmacologiche.