«Nei giorni scorsi – sottolineano i segretari provinciali Claudio Renzetti (Cgil), Fabrizio Milani (Cisl) e Roberto Franceschetti (Uil) – il direttore generale della Asl Toscana sud est ci ha comunicato che la centrale 118 di Arezzo, che avrebbe già dovuto essere chiusa in seguito al piano aziendale di razionalizzazione, continuerà a svolgere le proprie funzioni. Poi è intervenuta un’ulteriore novità: la Regione sta pensando d’istituire una nuova “Agenzia per l’emergenza” che coordinerebbe le centrali del 118 staccandole dalle Asl.
Dal nostro punto di vista – aggiungono i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil – è evidente che non c’è chiarezza di visione e che si sta procedendo per strappi, con continui cambi di direzione che inseguono il consenso di chi urla più forte. L’unica costante è la riproposizione di grandi strutture centralizzate a livello regionale, senza alcuna garanzia rispetto all’efficacia in termini operativi e all’efficienza in termini di riduzione di spesa.
A questo punto, quindi, Cgil, Cisl e Uil di Grosseto ritengono motivato l’immediato ripristino dell’operatività della centrale 118 di Grosseto. D’altra parte la centrale del capoluogo, fra le prime in Toscana ad essere autorizzata al volo notturno, è sempre stata un punto di eccellenza nella rete regionale di emergenza urgenza, e crediamo che fatti e comportamenti dimostrino che bisogna restituire alla provincia di Grosseto il proprio polo di emergenza urgenza. Non essendo ragionevolmente accettabile nessuna altra soluzione.
Il modo in cui è stata gestita la vicenda del servizio di emergenza urgenza, in questo senso, è paradigmatico dell’approssimazione e della aleatorietà che hanno caratterizzato l’intero processo di aggregazione delle Asl provinciali nella Toscana del sud, e di come è stata gestita la partita della riorganizzazione dei servizi, che, come ci era stato spiegato, aveva per obiettivo la riduzione dei costi e l’innalzamento della qualità.
Rispetto al servizio di emergenza/urgenza giova ricordare che con la delibera DGRT 1325/2012 veniva sancito l’obiettivo di un’unica centrale regionale del 118. Poi ci sono state le sollevazioni di sindaci e territori in tutta la Toscana. Quindi si è optato per una centrale in ogni area vasta. Nella Toscana del sud avrebbe dovuto essere a Siena, motivo per cui si è chiusa per prima quella di Grosseto, alla quale avrebbe dovuto seguire la chiusura di quella di Arezzo. Che ora scopriamo rimarrà operativa.
Chiaro che per Cgil, Cisl e Uil non è accettabile nulla di meno che il ripristino dell’operatività della centrale 118 di Grosseto, che oltretutto conta su professionalità di alta fascia ed è stata una delle più efficienti anche nel rapporto tra costi di gestione ed efficacia degli interventi. Nonostante il sottodimensionamento di personale e mezzi rispetto alle altre realtà regionali».