GROSSETO – «La rottura della coalizione che governa Gavorrano da 5 anni rappresenta a nostro avviso anche la conclusione del tentativo del compagno Biondi di mettere insieme le varie forze politiche del centro e della sinistra. I democratici di Gavorrano non solo hanno dimostrato di non saper governare il Comune ma non hanno saputo neanche tenere insieme la loro coalizione». Così si legge nella nota del comitato provinciale di Liberi e Uguali che boccia l’idea di riunire le forze del centrosinistra e conferma invece la volontà di aderire al progetto di una lista alternativa al Pd e anche alla lista Iacomelli. Un progetto che rimane comunque aperto allo stesso Biondi.
«Ci dispiace per il compagno Biondi – si legge ancora -, a lui vogliamo dire che le nostre porte sono state e sono ancora aperte vista anche la difficoltà per lui, persona di sinistra ed elettore di Liberi e Uguali, di candidarsi per una lista che, nonostante l’iniziale encomiabile volontà di Andrea cercare una sintesi, diventerebbe chiaramente solo l’espressione di una parte molto ben definita. Liberi e Uguali è consapevole del fatto che c’è necessità di ricostruire una comunità che nel corso degli anni si è divisa, ma siamo sinceramente convinti che il modo migliore per farlo non sia voler presentare ad ogni costo agli elettori una lista di persone che hanno sul futuro sviluppo del territorio gavorranese idee troppo distanti per essere conciliate».
«Liberi e Uguali a Gavorrano sosterrà quindi il progetto civico politico che nasce dall’esperienza di opposizione in questi anni alla giunta Iacomelli e alla amministrazione guidata dal Partito democratico. Un progetto che vedrà impegnati tante e tanti cittadini della società civile, persone competenti e coerenti, per il bene comune di Gavorrano. Mantenendo viva la speranza che dopo le elezioni la futura maggioranza, qualunque sia, sia in grado di recuperare il corretto rapporto con le opposizioni che è mancato in questi anni. Se i cittadini vorranno darci fiducia sarà indubbiamente uno dei punti imprescindibili del nostro operato».