GROSSETO – È stato interrogato presso il carcere di Grosseto il rapinatore seriale di banche che era stato arrestato i primi di febbraio dai carabinieri della compagnia di Siena. L’uomo, residente a Grosseto e originario della Puglia, sfruttava la sua carnagione olivastra per fingersi straniero e confondere così i cassieri degli istituti di credito rapinati.
Interrogato dal Pm Nicola Marini l’uomo si è persino complioentato con i carabinieri del Nucleo investigativo per le indagini, e ha fatto una serie di ammissioni che consolidano il quadro accusatorio, oltre confessare le numero se rapine fatte anche fuori dalal provincia di Siena (che era la sua meta preferita). Il rapinatore aveva anche progettato alcuni colpi in provincia di Pisa.
L’uomo ha anche fornito agli inquirenti le coordinate per ritrovare gli “attrezzi del mestiere”. In un’area boschiva situata in agro di Pomarance, vicino alla Frazione di Montegemoli, sotto un cumulo di macerie i Carabinieri hanno rinvenuto la sacca nera tante volte vista nei video delle telecamere di sorveglianza. La sacca si trovava lì perché in zona c’erano i prossimi obiettivi del malvivente.
All’interno la pistola, una scacciacani nera priva di tappo rosso ma totalmente simile ad una pistola vera, completa di 48 colpi, una collezione di porzioni di collant da donna e un berrettino da pescatore a falde larghe, utili per futuri travisamenti. I carabinieri hanno anche trovato la fasciatura utilizzata per occultare i tatuaggi dell’avambraccio destro, in occasione delle rapine svolte in periodo estivo, due coppie di targhe rubate, fra le quali quelle apposte alla Renault Modus impiegata durante alcuni colpi e il cacciavite utilizzato per i cambi targa.