ORBETELLO – Il PCI locale torna nuovamente sull’opera di escavo del porto di Talamone, che si avvicina sempre di più, chiedendo a gran voce che sui fanghi siano fatte analisi approfondite, per arrivare a un’opera di bonifica tale da garantire la salute dei cittadini, e chiede all’amministrazione comunale maggiore trasparenza.
“In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dall’Ammiraglio Biraghi sull’escavo del Porto di Talamone – scrive il PCI lagunare in una nota – intendiamo rassicurare tutti che noi del PCI non siamo contrari all’opera, ma non intendiamo assolutamente che tale opera venga eseguita passando sulla salute dei cittadini. In una lettera, il tecnico della Soc. Hera di Grosseto, che ha eseguito i carotaggi, riferiva che, per la rimozione, i fanghi inquinati da zinco dovevano essere isolati dagli altri con teli di protezione e caricati sulle chiatte con camion dai cassoni stagni, dove si dovrebbero eseguire ulteriori analisi e, nell’eventualità che dalle analisi i fanghi risultassero inquinati, dovrebbero essere conferiti in apposita discarica diversa da Piombino”.
“Quindi le domande che ci poniamo sono le seguenti – prosegue il partito – Se questi fanghi devono essere trattati in maniera diversa, un motivo ci sarà? E se c’è, perché non eseguire queste analisi in maniera preventiva e diretta in loco? Come Pci chiediamo che gli Enti preposti che intervengano affinché tutte le procedure di rito siano attuate nell’interesse collettivo della salute dei cittadini, eseguendo analisi sulla flora e sulla fauna marina e quali potrebbero essere le ripercussioni sull’alimentazione umana. Inoltre, se questo inquinamento fosse comprovato, perché non andare più a fondo in maniera da raggiungere la bonifica del sito? Che senso ha eseguire un’opera di escavo in un ‘area che presenta segni di inquinqmento, se non accertiamo che più in profondità lo zinco e altri metalli sono ancora presenti?”
“Inoltre – aggiunge il PCI – abbiamo appreso dalla stampa che il M5S, attraverso il capogruppo Alfredo Velasco, ha chiesto, come suo sacrosanto diritto, l’accesso agli atti per gli allegati 3 e 4 e, nonostante la scadenza dei termini, non gli sono stati ancora dati. Perché? Crediamo che in un’opera in cui si investono 750.000 euro di soldi pubblici, la trasparenza dovrebbe essere la prima cosa. Per stare tutti più tranquilli, sarebbe bene che un’ Amministrazione Comunale fornisse gli atti pubblici a chi li richiede ma, finché le cose non staranno così, continueremo a nutrire seri dubbi. Ribadiamo, infine, il nostro appoggio alle associazioni ambientaliste in difesa dell’ambiente e dei diritti dei cittadini”.