GROSSETO – 24 branchi e 100 esemplari presenti sul territorio della provincia di Grosseto. Sono questi i dati più significativi emersi dagli studi condotti durante il progetto Medwolf. Sviluppato tra l’Italia e il Portogallo Medwolf è costato circa 3,20 milioni di euro ed è stato cofinanziato dall’unione europea per il 75%. Risorse che sono state destinate anche alla raccolta e all’analisi dei dati sulla presenza del lupo e di esemplari di ibrido lupo cane in provincia di Grosseto.
«I risultati ottenuti – ha spiegato Valeria Salvadori, responsabile progetto Medwolf – riguardano a tutto tondo la realtà ambientale, ecologica e sociale molto importante per questo territorio che aveva bisogno di dati raccolti nel modo giusto».
Il fenomeno è piuttosto importante dal punto di vista dei numeri e delle dimensione. «La convivenza con la specie lupo – aggiunge Salvadori – è sicuramente possibile, ma richiede un grande sforzo da parte di tutti, da parte degli allevatori, degli amministratori e dai cittadini. Con riferimento agli allevatori per esempio abbiamo notato che investire nella protezione delle greggi con i cani da guardiania e con le recinzioni migliora molto la situazione».
Secondo Salvadori in futuro così come avviene in Francia e in Slovenia, tanto per citare due paesi europei confinanti con l’Italia, anche in provincia di Grosseto per contenere la presenza dei lupi e degli ibridi che rappresentano circa la metà dell’intera popolazione, si potrebbe ricorrere anche a degli abbattimenti selettivi così come previsto dalla direttiva Habitat con deroghe specifiche.
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La certezza è che comunque il fenomeno non si può contrastare soltanto con una misura, ma con una serie di azioni come appunto l’impiego di protezioni contro gli attacchi, una maggiore attenzione delle istituzioni e in ultima istanza anche gli abbattimenti.
All’iniziativa conclusiva del progetto durante la quale sono stati presentati i dati definitivi è intervenuto anche il presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna. «Siamo arrivati alle conclusioni del progetto Life Medwolf – ha spiegato Vivarelli Colonna -, incentrato sulle migliori pratiche di conservazione del lupo nelle aree mediterranee, che ha coinvolto attivamente in questi anni la provincia di Grosseto e due distretti porteghesi. L’obiettivo del progetto – voluto fortemente dall’ente che rappresento – è stato ed è quello di ridurre il conflitto tra la presenza del lupo e le attività antropiche nelle aree rurali dove si è persa la tradizione culturale alla coesistenza con il predatore».
«Il progetto ha tanti meriti – ha aggiunto Vivarelli Colonna – : primo tra tutti quello di aver visto, per la prima volta, la collaborazione tra associazioni di categoria che rappresentano il mondo agricolo, associazioni ambientali, istituzioni e centri di ricerca italiani e portoghesi. Tutti insieme allo stesso tavolo e per lo stesso obiettivo. Tra i risultati del report conclusivo mi sono saltati all’occhio alcuni dati che saranno approfonditi nel corso di questo convegno e che brevemente anticipo nel mio intervento introduttivo. Il progetto Life Medwolf ha provveduto all’installazione di 80 recinti a Grosseto e 34 in Portogallo, dotando 90 aziende di un sistema per garantire sicurezza, almeno nelle ore notturne».