ORBETELLO – «I tagli alla sanità stanno uccidendo gli ospedali periferici. Questa è l’amara realtà denunciata a più voci dalle amministrazioni di Sorano, Pitigliano, Capalbio e Orbetello. Il presidio ospedaliero delle Colline dell’Albegna versa in una costante carenza di personale che mette a repentaglio anche i più semplici servizi medici». Il commento è di Michele Pianelli consigliere comunale di Orbetello
«Nel 2003 il nosocomio orbetellano contava ben nove primari, oggi ne resistono solo tre. Nel 2007 è stato chiuso il punto nascite. L’ortopedia, che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello della struttura, attualmente vede in forze solo due medici, con impossibilità di garantire le urgenze nel turno 8-20, come un gesso nel pomeriggio. La cardiologia che dovrebbe contare un organico di cinque medici, è ridotta a tre, con conseguenti enormi difficoltà nella gestione ordinaria, tanto più nello svolgimento degli ambulatori di Manciano e Pitigliano».
«I turni di reperibilità notturna sono coperti per due terzi con personale di Grosseto – prosegue Pianelli -. La ginecologia, causa pensionamento, vede ridimensionata tutta la sua attività nell’attesa della prossima riorganizzazione con la speranza che non vengano ridotti le tipologie di intervento. L’ufficio di piano del distretto socio-sanitario è praticamente privo di impiegati amministrativi, comportando di fatto l’impossibilità di partecipazione ai bandi regionali ed europei per tutti i progetti assistenziali, tanto che la spesa sociale pro capite nella nostra zona è fra le più basse della Toscana».
«Le colpe di questa situazione sono da ricercarsi non solo nella incapacità gestionale della nostra Asl, ma soprattutto nelle disastrose politiche sanitarie della giunta regionale targata Pd. I vertici della Asl sono i esecutori materiali di un progetto il cui fallimento lo pagano sulla loro pelle tutti i cittadini. L’accorpamento delle aziende sanitarie locali avrebbe dovuto portare risparmi di scala ed efficientemente, invece ha solamente provocato aumento dei costi amministrativi e dispersioni organizzative su un territorio così grande. L’istituzione dei dipartimenti a livello delle tre province avrebbe dovuto permette di far ruotare il personale in moda da sopperire facilmente alle esigenze. Invece succede che negli ospedali periferici non si riesce a trovare medici e si tagliano servizi».
«La organizzazione degli ospedali in rete, avrebbe dovuto garantire che non si facessero tutti i tipi di operazione ovunque, ma che si accentrasse o smistasse nei vari nosocomi secondo criteri di complessità o tempi di attesa. Invece ciò sta solo comportando uno spostamento di tutte le attività di sala verso i centri di Grosseto e Siena, portando a svuotare e infine morire i reparti degli ospedali periferici. La Lega si oppone fermamente a questo modello che la sinistra ha imposto in Toscana in quasi cinquant’anni di amministrazione ininterrotta: con la forza che gli elettori ci stanno dando ci candidiamo a essere forza alternativa per il governo della Regione; con i nostri uomini presenti già oggi in tutti gli enti locali chiederemo con sempre maggior convinzione un cambiamento sostanziale delle inique politiche sanitarie perpetrare dai vertici della Asl a discapito dei cittadini». Conclude la nota.