GROSSETO – “Abbiamo atteso la fine della campagna elettorale per rispetto degli elettori, ora però è arrivato il momento di tornare ad affrontare i temi che purtroppo mettono in ginocchio i nostri agricoltori e in questo caso specifico i pastori. Torniamo dunque a parlare di predazione. In questi mesi di campagna elettorale questi animali non solo non hanno smesso di attaccare pecore a cani ma anzi, come si evince dalla cronaca, si stanno sempre di più avvicinando alle abitazioni. Come Cia Grosseto siamo dunque costretti a tornare su questa piaga e a chiedere alla politica regionale e nazionale di non girare lo sguardo altrove” Così il presidente della Confederazione di Grosseto, Claudio Capecchi, commenta i continui danni che i pastori segnalano all’associazione.
“Visti gli accordi presi anche a livello europeo crediamo sia arrivato il momento e ci siano le condizioni affinché il tema possa essere affrontato in modo più incisivo anche a Bruxelles e per questo noi ci batteremo, perché il nostro compito è supportare i nostri associati. A tale proposito, se abbiamo accolto con una certa soddisfazione la pubblicazione del bando per chiedere gli indennizzi relativi al 2017 nel quale non è più previsto il regime dei de minimis, come Cia Grosseto però siamo a sollevare alcune perplessità. La presentazione della domanda dovrà essere effettuata sul sistema informativo di Artea nel periodo compreso tra il giorno 9 marzo 2018 ed entro il 31 marzo 2018, tuttavia ci risulta che ad oggi, non c’è una procedura che possa far chiudere le domande agli allevatori, per questo sollecitiamo che il sistema informatico possa consentirlo, inoltre – precisa Capecchi – se la nostra interpretazione è corretta, e noi lo crediamo, dobbiamo segnalare che la delibera numero 154 del 19 febbraio 2018, con la quale si riconosce l’indennizzo dei danni fino al 2020, apre ad alcuni quesiti”.
“Il primo è che le aziende saranno indennizzate solo per il danno diretto, per il danno indiretto potranno ottenere solo le spese veterinarie per i capi ancora in vita (nel precedente bando venivano riconosciuti oltre ai danni diretti anche i danni sui capi predati individuati nella perdita di latte o carne, i capi abortiti e il danno indotto sull’intera unità produttiva calcolata in via forfettaria come da una tabella del bando). Come Confederazione grossetana dunque, pur apprezzando il superamento del ‘de minimis’ non ci convince il mancato pagamento del danno indiretto che noi, insieme ad altre organizzazioni, avevamo chiesto con forza. In questo modo – aggiunge Capecchi – secondo la nostra interpretazione gli allevatori verrebbero beffati perché rimborsati con un terzo di quanto avveniva prima. Altra nostra perplessità è che si stabilisce che il danno sarà rimborsato l’anno successivo, tuttavia, come previsto dall’UE, l’Ente erogatore può prendersi un tempo massimo fino a 4 anni per i rimborsi, e già immaginiamo come andrà a finire”.
“L’allevatore dunque altro non potrà fare se non aspettare senza rivendicare alcun diritto. Come Cia Grosseto – conclude il presidente – chiediamo chiarimenti, se i nostri dubbi sono fondati , invitiamo la Regione di rivedere con urgenza il bando in questione “