GROSSETO – Schiamazzi, grida, musica ad alto volume, risse. Per mesi i residenti di via Fiume hanno denunciato una situazione insostenibile. Le indagini sul locale Casablanca erano partite a luglio scorso, a seguito di un esposto presentato da diverse persone residenti in via Fiume. «In tale occasione – scrive il procuratore Raffaella Capasso – era stata denunciata una situazione di grave disturbo della quiete pubblica a causa sia dei rumori molesti provenienti dall’interno del suddetto locale, sia dagli schiamazzi e dei comportamenti inurbani tenuti dai clienti dello stesso locale anche all’esterno di esso».
Ieri il nucleo di Polizia giudiziaria del comando Polizia municipale di Grosseto ha eseguito il sequestro preventivo del bar gestito da un marocchino di 32 anni, titolare e socio accomandatario del locale. «Il sequestro è stato effettuato in quanto il locale pubblico disturbava in orario notturno le occupazioni e il riposo delle persone abitanti nella zona – prosegue la Procura della Repubblica -. Il titolare, infatti, non impediva i rumori generati dagli schiamazzi degli avventori del locale, e consentiva di mantenere la musica del locale a volume molto alto».
Durante il primo sopralluogo, effettuato dai «Vigili urbani insieme con la Guardia di finanza di Grosseto, nei primi giorni del mese di settembre 2017 a seguito del riscontro di violazioni della normativa igienico-sanitaria, era stata disposta la sospensione dell’attività, successivamente riavviata il 13 settembre 2017, una volta che il titolare aveva avuto modo di adempiere alle prescrizioni imposte dall’autorità sanitaria».
«Nel corso dell’attività investigativa sono state sentite a sommarie informazioni alcune delle persone firmatarie dell’esposto. Queste hanno riferito che, a partire della metà del mese di gennaio 2018, la situazione di disturbo della quiete pubblica era notevolmente peggiorata, a causa della musica ad alto volume proveniente dal bar e degli schiamazzi, risse e comportamenti inurbani di altro genere, provocati dagli avventori del locale – afferma il procuratore Capasso -. Il locale è stato chiuso, con apposizione di sigilli».