GROSSETO – Si chiama “Piano buche” ed è una delle priorità dell’amministrazione comunale per l’anno in corso. Un Piano specifico di interventi al vaglio degli uffici tecnici del Comune di Grosseto e che interesserà capoluogo e frazioni per i prossimi mesi.
“Quella delle buche è un’emergenza nazionale da tempo dibattuta e non risolta. Secondo stime precise per sanare le criticità sulle strade italiane servirebbero 40 miliardi di euro. E soprattutto dovremmo ricordare che i 25 miliardi di euro di risanamento dei conti pubblici dal 2011 al 2016, per effetto di spending review e governo Renzi, per metà gravano sulle spalle degli enti periferici: Comuni e Province. A questo va inoltre aggiunto il fatto che a causa della crisi edilizia i Comuni registrano un meno 60 per cento degli incassi da oneri di urbanizzazione. In assoluta controtendenza rispetto ai dati nazionali, che parlano di scarse risorse investite in questo settore e di opere ridotte all’osso, crediamo doveroso prestare la massima attenzione alle criticità riscontrate sulle strade di nostra competenza per evitare anzitutto che rischino di provocare danni a cose e persone – spiega il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna -. Da qui la progettazione di un vero ‘Piano d’attacco’ per la sistemazione di buche e ammaloramenti stradali presenti nel territorio comunale. Una priorità che si traduce nel doppio degli interventi previsti nel 2018 rispetto a quelli effettuati l’anno precedente: 3000 a fronte dei 1500 del 2017. Non solo: per poter fronteggiare al meglio questo Piano oltre al personale dipendente e al personale del pronto intervento, quest’anno contiamo di avvalerci anche di una ditta specializzata con un affidamento diretto dei lavori. Ringrazio infine il personale dell’Ente che nella fase di emergenza ghiaccio e neve degli ultimi giorni si è messo a disposizione con abnegazione e spirito di sacrifico per alleviare i disagi ai cittadini”.
Il “Piano buche” prevede anzitutto la sistemazione delle maggiori criticità, segnalate da più parti e che rappresentano un reale pericolo per i cittadini; quindi il risanamento di situazioni meno pericolose, ma comunque di evidente degrado per il manto stradale. Per il 2018 è stato stimato un investimento pari a 150mila euro derivanti da una parte degli introiti incassati per infrazioni al codice della strada.
“Gli uffici stanno analizzando da giorni tutte le casistiche registrate nel territorio e secondo precisi criteri di rischio daremo delle precedenze agli interventi da realizzare in tre stralci – aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Megale -. Saranno interventi di bitumatura a caldo che garantiranno una buona tenuta per diversi anni. Non dimentichiamo comunque che, se con il Piano buche rispondiamo a un preciso tipo di necessità, altre buche e situazioni di ammaloramento del manto stradale vengono sanate con lavori di riqualificazione di intere strade o di alcuni tratti di strade. Ovviamente con costi e tempi diversi rispetto all’asfaltatura a caldo che ci consente di intervenire in tempi rapidi e sulla criticità specifica”.
“Il quadro non certo edificante che dobbiamo registrare è legato in buona parte (si parla del 70 per cento dei casi) a mancati lavori di ripristino dell’asfaltatura in seguito a interventi per i sottoservizi – spiega il sindaco Vivarelli Colonna -. Tanto per fare un esempio i nostri uffici a inizio anno, hanno sollecitato l’Acquedotto del Fiora a procedere per i propri mancati interventi sulle manomissioni riscontrate negli ultimi anni. L’impegno è quello di partire con i lavori prima della fine della primavera. Sono diversi, quindi, i fronti su cui l’amministrazione sta lavorando per dare risposte concrete e senza lamentarsi troppe per i continui tagli governativi: lavoriamo con interventi diretti e risorse proprie e con strumenti indiretti, mettendo in campo le azioni previste per pretendere che, chi per legge è tenuto a ripristinare il manto stradale in seguito a lavori di scavo, lo faccia senza lasciare trascorrere altro tempo in mezzo”.
Il Comune di Grosseto lo scorso maggio, a questo proposito, ha varato un regolamento ad hoc che disciplina l’attività di chiunque intenda procedere alla manomissione di suolo pubblico per realizzare nuove opere, eseguire riparazioni, sostituzioni o consolidamenti di manufatti nel sottosuolo. In particolare è stato introdotto la strumento della cauzione, da chiedere alla ditta che svolge i lavori e da restituire dopo due anni. L’ammontare della cauzione sarà pari al costo stimato dall’ente per il rifacimento totale delle opere di ripristino degli scavi e delle pavimentazioni manomesse.