GROSSETO – È statabpresentata, nei giorni scorsi la nuova guida al museo archeologico e d’arte della Maremma. A distanza di dieci anni la guida torna con una nuova veste e in una edizione tutta nuova con i testi di Mariagrazia Celuzza; ancora più lontana nel tempo è l’inaugurazione del Museo: era il 1999, ovvero diciotto anni fa. La prima edizione raccontava l’esperienza di ripensare un Museo a partire dalle sue radici più lontane, per restituirne alla comunità un’immagine allo stesso tempo amichevole, adeguata ai tempi e in accordo con il progresso della ricerca. La nuova guida evita volutamente lo schema delle guide tradizionali che propongono il percorso museale come un filo continuo che va seguito dall’inizio alla fine. Il percorso è stato invece frantumato nelle storie che lo compongono, di volta in volta raccontate a partire da oggetti, personaggi o luoghi.
«In ogni città ci sono luoghi che ne racchiudono l’essenza – afferma il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna -: per Grosseto uno di questi luoghi è sicuramente il Museo Archeologico e d’Aarte della Maremma. Ne racchiude la storia e le tradizioni, è il cuore pulsante di una Grosseto legata alle sue radici e che di quelle radici si nutre per crescere forte e rigogliosa. È il biglietto da visita della città, un luogo che spiega a turisti e non solo i perché della Maremma. Ogni reperto porta con sé un racconto che dobbiamo essere capaci di proteggere e valorizzare. È questo il ruolo che siamo chiamati a ricoprire: dobbiamo essere i guardiani della storia perché ne siamo tutti figli. La storia è la chiave di lettura dell’identità di un posto e di chi lo abita, è una ricchezza che va protetta e di cui essere orgogliosi. La storia è nostra madre e nostra figlia, è un racconto nato prima di noi ma che è nostro dovere continuare a scrivere. La storia della Maremma è la nostra storia e il Museo è la sua casa».
«Il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma è il presidio della cultura grossetana – gli fa eco il vicesindaco Luca Agresti -, non soltanto un richiamo per turisti e appassionati. L’archeologia è un tesoro prezioso per l’identità della Maremma. L’Amministrazione è chiamata a custodire e valorizzare questo patrimonio arricchendolo di iniziative e eventi che ne aprano le porte alla cittadinanza e non solo: beni di questo valore devono essere fruibili per tutti, dai professionisti, agli studenti, ai turisti e ai semplici curiosi e l’unico modo per farlo è metterli al centro di un piano di valorizzazione. Il Museo è il teatro perfetto per mettere in scena questo spettacolo e riportare la cultura al centro di un progetto che possa far crescere Grosseto».
Don Franco Cencioni direttore ufficio Beni culturali ecclesiastici della Diocesi conclude: «Il Museo archeologico e d’arte sacra della Maremma è un luogo vivo perché la storia è viva e fatta di persone che hanno lasciato traccia di cultura e di vivacità umana. Le fondamenta di questo spazio furono gettate dai canonici Chelli e Cappelli che avvertirono quanta storia questo territorio esprimeva. È un luogo che fa parlare le pietre, le pitture, le sculture».