GROSSETO – «La strada ha nove proprietari, tra cui noi. Non c’è bisogno di nessuna autorizzazione perché i nostri camion vi passino, come gli altri proprietari non ne hanno bisogno per far passare trattori e mietitrebbie». Amedeo Vasellini, titolare della Società agricola Campopiano, che produce biogas, risponde così alle polemiche di ieri di alcuni residente della zona dopo un incidente in cui è rimasto coinvolto un camion.
«Si tratta di una strada condominiale – prosegue Vasellini -. Che tra l’altro non “sbocca” su Chiocciolaia ma su Cernaia che poi a sua volta sbocca in Chiocciolaia. Tra l’altro la strada, che ci è stata ceduta dall’Ente Maremma, secondo le planimetrie catastali ha una larghezza dagli otto ai dieci metri, a questo punto, se gli altri residenti affermano che la strada è ora di 3 metri e mezzo (ed è vero) ci chiediamo dove sia finita il resto della carreggiata. Tra l’altro i frontisti hanno piantato alcuni tondini di ferro davanti alle proprietà, e così la strada è stata ulteriormente ridotta».
«L’incidente di ieri non dipende comunque dall’ampiezza della carreggiata – prosegue – l’autista ha dichiarato infatti di essersi distratto». Vasellini poi ricorda: «Nel 2012, con l’allora vicesindaco Paolo Borghi e con il presidente del consorzio bonifica Fabio Bellacchi, fu individuata una viabilità alternativa, proprio per alleggerire il traffico. La strada aveva sotto anche i cavi Enel, tanto che era gravata da servitù. Nel 2013, a luglio, uno dei condomini la morganò e seminò, e dunque al strada non c’è più. Le due strade sarebbero state usate in maniera alternativa. Una per andare all’impianto e l’altra per venire via. Insomma, hanno fatto sparire una strada, e in questi cinque anni c’è stato un rimpallo di responsabilità, solo il mese scorso la Provincia ha diffidato chi ha arato la strada chiedendone il ripristino, ma era già passato troppo tempo. In compenso, in caso di guasto, non c’è più una strada di accesso per l’Enel perché dove c’era la strada ora c’è un campo».
Vasellini poi conclude: «Il nostro è un impianto a bionmasse vegetali agricole che marcendo producono gas metano, quindi inquina meno di tutti, migliaia di volte meno di un incendio boschivo per intenderci. E nonostante questo in questi cinque anni abbiamo subito oltre 200 controlli».