FOLLONICA . Studenti a confronto con i candidati del Parlamento. Tra questi Giulia Torrini, candidata alla Camera dei Deputati per il Movimento 5 Stelle.
«Ho parlato dei nostri punti programmatici davanti agli studenti del Liceo Linguistico dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore di Follonica, con il Movimento 5 Stelle Follonica. Sono stati proprio i ragazzi a convocare tutte le forze politiche in vista del voto del 4 marzo. Presenti tutti gli schieramenti, tranne il centro destra che non ha presentato nessun candidato. Politica estera, immigrazione e scuola. I ragazzi sono un pubblico difficile: attenti, freschi. Se ti dilunghi in dati e statistiche, se parli il politichese, perdi subito la loro attenzione: devi essere diretto e concreto».
«La Riforma della scuola un vanto? Non raccontatelo a loro, come ha provato a fare il PD, e neanche ai professori che, testa bassa, nell’aula magna, si sentono raccontare di aumento del merito tra i docenti. I ragazzi nati nel 2000 sono perfettamente consapevoli del declino della scuola pubblica, e del fallimento totale della Buona Scuola».
«Sanno che l’edilizia scolastica non riceve i fondi necessari, che i lavoratori tra docenti e personale di ausilio sono principalmente precari. Per non parlare dell’alternanza scuola-lavoro: mi basta nominarla per vederli schizzare sulle sedie. Nessuna testimonianza positiva, nessuna. Una profonda consapevolezza che anche le buone idee, se non si sanno realizzare, falliscono. E con loro fallisce la classe studentesca che avrebbe voglia di imparare, ma è costretta a fare i conti con una politica senza titoli, come il loro Ministro dell’Istruzione, con famiglie sempre più indebitate, costrette a pagare ogni attività curriculare, sebbene obbligatoria. Ecco perché il 40% dei giovani non ha ancora deciso se e chi voterà».
«Ecco perché andrebbe presa in considerazione la loro opinione, invece di considerarli solo numeri, come accade ormai ogni volta che si affronta un tema di carattere sociale. Quando un diciottenne ti domanda cosa intendi fare per le pensioni, perché è figlio di una generazione costretta a lavorare fino a 70 anni per mantenere in vita la possibilità di farlo laureare, capisci che da loro deve ripartire una nuova idea di società. 2,5 milioni di giovani andranno al voto per la prima volta. Che la loro voce sia forte e chiara”».