GROSSETO – “E’ necessario rivedere la norma sul fermo biologico della pesca e prevenire i danni provocati ai pescatori dalle specie protette” a sostenerlo è il candidato del centrodestra al senato, Roberto Berardi.
“I pescatori – dice Berardi – rappresentano uno dei presidi e delle realtà più importanti dell’economia di tutta la costa maremmana e livornese. Per questo è necessario sostenerli con azioni mirate che ne valorizzino le produzioni e che li tutelino da una burocrazia sempre più soffocante, così come dai danni che ogni giorno subiscono nelle loro uscite in mare”.
Il primo intervento necessario, secondo Berardi è la riconoscibilità del prodotto “A Roma, da senatore – afferma – porterò le istanze del settore ittico: servono strumenti per valorizzare il pescato della nostra costa, strumenti che lo rendano riconoscibile sui mercati, che tutelino la qualità del nostro pesce rispetto a prodotti che arrivano da altre zone. La promozione del nostro territorio passa anche dalla promozione delle nostre eccellenze, una delle quali è rappresentata proprio dal comparto ittico”.
“Proteggiamo quindi chi si occupa di acquacoltura – prosegue il candidato – ma anche i proprietari di barche da pesca che ogni giorno escono in mare con costi e rischi molto alti. Penso ad esempio al nuovo Piano per la pesca al rossetto, settore ittico che interessa decine di imbarcazioni nel nostro tratto di costa. Quando il governo tornerà ad occuparsene sarà necessario assistere i pescatori specializzati in questa tipologia di pesca per tutelare le loro esigenze. E’ necessario poi riconoscere i danni derivanti dalle specie marine protette, che fortunatamente abitano nel nostro mare: penso sia giusto prevedere finanziamenti per l’acquisto di dissuasori, in modo da allontanarle senza creare danni all’ecosistema, tutelando quindi anche la fauna ittica”.
“Da senatore – annuncia Berardi – mi batterò poi per la revisione del fermo pesca: il provvedimento previsto dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali per favorire il ripopolamento delle specie ittiche, nonostante gli indennizzi previsti per gli addetti, è dannoso. Ogni specie ha i suoi tempi, inutile bloccare tutta l’attività dei pescatori per un mese: proporrò di chiudere la pesca in certe zone e di considerare come giorni di fermo anche gli stop forzati per maltempo e ferie”.
“In questo modo i pescatori potranno lavorare in serenità – conclude – così come le pescherie che vendono prodotti freschi, che in quel periodo altrimenti sono costrette a proporre pesce che arriva dall’estero, magari con minori controlli. Mi batterò, infine, affinché vengano risarciti gli indennizzi pregressi, promessi dal governo di centrosinistra, ai pescatori per sostenerli nel mese di fermo, ma mai erogati”.