MONTEBUONO – Un percorso che si è appena avviato, e che punta, con il tempo, a riportare alla luce quel che resta dell’antico castello di Montebuono, un po’ come l’amministrazione ha già fatto con la rocca di Sovana.
I lavori di ripulitura, su imput del consigliere comunale Pierluigi Domenichini che è proprio del posto, sono partiti in questi giorni. Il primo obiettivo è stato di ripulire l’area dal rovaio che vi era cresciuto sopra. «Abbiamo fatto un accordo con la Curia – afferma il sindaco Carla Benocci – l’area si trova proprio dietro alla chiesa e il terreno è, appunto, proprietà della Diocesi. Abbiamo inviato gli operai dell’unione dei comuni che si occupano anche della manutenzione del parco archeologico a pulire l’area. Tra l’altro da lassù c’è uno splendido belvedere da cui, quando si apre, si vede anche il mare».
«Intanto abbiamo ristabilito una situazione di decoro proprio dietro alla chiesa – prosegue il primo cittadino – poi il passo successivo sarà, con il funzionario ai beni culturali, di mettere dei cartelli turistici, per far conoscere la storia del castello e della zona. Dopodiché ci muoveremo per accedere a finanziamenti che ci consentano il consolidamento e lo scavo: sicuramente ci sono almeno 4 o 5 metri di resede stratigrafica che occultano parzialmente la struttura e la cinta, quindi l’opera potrebbe ergersi ben oltre quel che siamo abituati a vedere».
«L’accordo con la Curia deriva proprio dal fatto che se vogliamo chiedere finanziamenti dobbiamo dimostrare di averne la disponibilità. Un po’ come abbiamo fatto con la Rocca, per cui le mura erano del Demanio e il giardino del Comune. Anche lì grazie ai finanziamenti siamo riusciti a consolidarla e renderla fruibile. E ora sono in arrivo ulteriori 590 mila euro per la messa a norma per la sismicità».
Storia:
Secondo quanto scritto dallo storico Angelo Biondi e dal giornalista Antonello Carrucoli sul libro “Montebuono un castello, una chiesa, un territorio” il nome di Montebuono compare già nel 1040, non si può escludere che fosse uno dei tanti villaggi (Curtes) dell’epoca, successivamente fortificati, forse ad opera degli Aldobrandeschi vista la vicinanza con Sovana. Ai primi del 300 il castello compare con il suo nome di Montebuono, appunto. Il primo documento sicuro è una bolla di papa Bonifacio VIII del 10 marzo 1303.
Le sorti del castello cambiarono nel 1416 -17 quando Siena tentò di eliminare definitivamente ciò che restava degli Orsini. A dicembre 1416 il castello venne infine occupato dai senesi. Purtroppo solo un anno dopo (il 27 dicembre del 1417) i senesi scrivevano «…la nostra comunità ha molte spese e buono è, quando si può risparmiare e levarsi di dosso… le fortezze di Montebuono e Alticosto (Tricosto) non si guardino più per lo Comune, ma in tutto si guastino e gittinsi per terra, acciò alcun inconveniente non se ne possa ricevere». E così dopo un anno dall’occupazione il Castello fu abbandonato e distrutto per volontà della Repubblica di Siena, lasciando solo le rovine.