«L’Isgrec – Istituto Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea – esprime sconcerto e preoccupazione di fronte all’evoluzione del dibattito pubblico a seguito del rigetto della delibera presentata questa settimana da alcuni consiglieri comunali, che aveva come finalità quella di favorire l’applicazione delle disposizioni costituzionali e legislative sul divieto di attività apologetiche verso regimi e ideologie autoritari, e sulla natura democratica delle nostre istituzioni». Così si legge nella nota dell’Istituto storico grossetano per la Resistenza e l’età contemporanea.
«Non è l’Isgrec a dover esprimere giudizi o a promuovere azioni politiche. Qui si coltiva la ricerca e il metodo scientifico, a beneficio di ogni singolo cittadino. Le mozioni sono fatte per essere discusse nelle sedi istituzionali e le si possono rigettare con legittime argomentazioni sulla loro opportunità e sulla loro utilità sociale. Tuttavia, le mozioni, così come ogni provvedimento formale promosso da qualsiasi forza politica, debbono costituire sempre l’occasione per ribadire la legittimità delle istituzioni stesse e la lealtà di coloro che pro tempore danno corpo a tali istituzioni. Nella fattispecie, si trattava di una iniziativa già presa in molti altri comuni del paese. E mozioni simili adottate altrove sono già state oggetto di atti di revisione giurisdizionale che ne hanno confermato la cogenza. Insomma, si tratta di cose serie, che segnano la reputazione degli organi rappresentativi».
«Abbiamo invece assistito a episodi di derisione e di scherno durante l’esame di tale mozione, nel tempio della democrazia cittadina. E dopo, abbiamo letto di ambigue posizioni da parte di soggetti istituzionali che giocando sulla diade anti-pro (fascista) danno forza ad una lettura, sicuramente minoritaria e marginale, ma estremamente vocale, che vorrebbe far passare l’immagine di una città nella quale gli anticorpi democratici e la memoria degli scempi autoritari siano oramai scomparsi. Non sono segnali edificanti. Si può avere idee diverse sull’opportunità di un atto normativo. Ma non si scherza con la storia e con i valori di una carta che consente a chiunque di competere per rappresentare e per governare. Vogliamo augurarci che questo tipo di comportamenti offensivi verso la costituzione non si ripetano, e che i rappresentanti delle istituzioni prendano definitivamente le distanze dai soggetti e dalle associazioni che pretendono di stare nel contempo, con dolosa ambiguità, fuori della costituzione e dentro le istituzioni».