GROSSETO – «Il Comitato per la difesa del Fiume Bruna, che rappresenta molti cittadini e oltre 50 aziende agricole, e ha l’appoggio dei tre maggiori sindacati di categoria, a nome dei suoi associati, molti dei quali residenti in Gavorrano, stante il perdurare del silenzio della classe politica, chiede a tutti i candidati maremmani, sia alle elezioni politiche che a quelle comunali, di esprimere pubblicamente il loro parere sul futuro dei gessi rossi della Tioxide-Huntsman-Venator». Si legge co nella nota del Comitato che chiede un impegno ai vari candidati al parlamento in visto del voto del 4 marzo.
«Ai candidati chiediamo se intendono valutare ancora l’ipotesi di utilizzare la cava Bartolina come deposito di stoccaggio dei gessi rossi, o se invece intendono trovare altre soluzioni per i problemi del chimico di Scarlino. Per questa ragione, a seconda delle loro risposte, i nostri associati potranno quindi scegliere nel segreto dell’urna, e, ovviamente, a una non-risposta, corrisponderà… un non-voto. Incontreremo volentieri qualunque forza politica abbia voglia di confrontarsi con noi sul delicato tema».
«Il Comitato Bruna – si legge nella nota –, inoltre, manifesta la sua preoccupazione per il parere espresso dal comitato per la valutazione dei rischi per l’Unione Europea, il RAC, che, con il procedimento n. 13463-67-7, ha da poco comunicato il responso circa la classificazione del biossido di titanio, non più come materiale “privo di classificazione CLP” ma come “possibile cancerogeno, di categoria 2, per inalazione”».
«Questo vuol dire che, se, come dovrebbe, fosse confermato l’iter dalla commissione europea, a partire dal 2019, in tutte le confezioni dei prodotti che contengono il biossido di titanio, dovrà apparire la dizione “Attenzione! CARC.2 H351” oltre al disegno di pericolo per i polmoni.
Inoltre dovrebbero cambiare anche le normative sui limiti di emissione nell’aria di biossido di titanio sul posto di lavoro, nonché le leggi sull’utilizzo dei residui delle lavorazioni del composto, che sono appunto i gessi rossi, con la possibilità che tutta la normativa cambi “in corsa”.
Le nostre nuove preoccupazioni si aggiungono a quelle, già note, per le risorse idriche della Maremma, per difendere le quali il Comitato ha presentato ricorso al TAR Toscana, per scongiurare l’eventualità dello stoccaggio dei gessi rossi nella cava Bartolina».