GROSSETO – «L’Italia ha bisogno di ripartire, di riprendersi da anni di recessione che hanno messo in ginocchio imprese e famiglie. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2017 ha superato il 40% e con gli ultimi governi del centrosinistra negli ultimi tre anni la disoccupazione, che con il centrodestra era all’8,4%, è arrivata al 13,3%, con un milione e centomila posti di lavoro in meno». Inizia così la nota di Roberto Berardi, candidato per il centrodestra al Senato nel collegio Grosseto Livorno.
«I consumi delle famiglie sono scesi del 10,7%, con 78 miliardi di euro spesi in meno dal 2011, e il valore degli immobili è diminuito almeno del 25%. I numeri dimostrano come il nostro Paese abbia necessità di risposte concrete, risposte che dal centrosinistra non sono mai arrivate in questi anni. Penso anche alla mia terra, la Maremma, dove le aziende fanno fatica a crescere strette tra una burocrazia opprimente e imposte sempre più pesanti. Io, da agricoltore, ne so qualcosa: è sempre più difficile lavorare, tutto ciò che guadagniamo con fatica ci viene portato via da un sistema oppressivo. Il più grave ostacolo allo sviluppo del nostro Paese è proprio l’oppressione fiscale. Forza Italia ha nel suo programma elettorale un metodo semplice e chiaro, la Flat Tax, che prevede una sola aliquota del 23% per famiglie e imprese».
«Il 23% è una quota compatibile con la tenuta dei conti pubblici e la ridurremo mano a mano che le condizioni dell’economia lo consentiranno. Non si paga nessuna tassa sui primi 12.000 euro di reddito: chi guadagna poco non paga nulla e i redditi medi pagano le tasse solo su una quota limitata delle loro entrate. La Flat Tax semplifica il sistema, perché taglia la selva di detrazioni, deduzioni e adempimenti. Ciascuno potrà farsi la dichiarazione dei redditi da sé. E non solo: questo sistema riduce l’evasione fiscale, perché non rende più conveniente eludere o evadere le tasse. Imposte oneste producono contribuenti onesti. La Flat Tax rimette in moto l’economia perché più denaro in tasca a famiglie e imprese genera più consumi, dunque necessità di più produzione e di nuove assunzioni da parte delle imprese. Tutto ciò produce anche più entrate nelle casse dello Stato».