TALAMONE – Il Wwf toscano e quello della Provincia di Grosseto, assieme alla sezione Maremma Toscana di Italia Nostra, hanno inviato al presidente della Regione Toscana, al sindaco di Orbetello e al direttore della Agenzia Regionale di Protezione Ambientale della Toscana una richiesta di chiarimenti in merito alle imminenti operazioni di escavo del Porto di Talamone.
«Da alcuni documenti – si legge nella nota del Wwf -, fino ad oggi non resi pubblici, risulterebbe infatti la presenza, nel sedime del Porto di Talamone, di un’area anomala inquinata da metalli pesanti, ovvero da rifiuti potenzialmente pericolosi».
«WWF e Italia Nostra hanno chiesto di approfondire le conoscenze e l’estensione dell’area inquinata, di accertarne la potenziale pericolosità per la salute umana e per l’ambiente marino, di accertarne l’origine ed infine di ricercare eventuali responsabilità, visto che – oltre ai ben comprensibili problemi sulla salute e sull’ambiente – la presenza di questa area inquinata incrementerà i costi dell’escavo del porto, costi che per circa i due terzi saranno sostenuti da risorse pubbliche.
WWF e Italia Nostra chiedono sia che i cittadini siano informati in maniera completa sulla situazione ambientale del Porto di Talamone sia che, in applicazione del principio “chi inquina paga”, si eviti di impiegare risorse pubbliche per sanare situazioni di danno ambientale il cui risanamento dovrebbe essere compito di chi le abbia generate.