GROSSETO – «Da che mondo e mondo esistono i buoni governi e i cattivi governi. Ebbene, dopo aver partecipato al consiglio comunale odierno abbiamo scoperto che possono esistere anche i ‘non governi’, ed il Comune di Grosseto ne è, purtroppo, la migliore espressione». È il commento dei consiglieri comunali Lorenzo Mascagni (PD), Carlo De Martis (Lista Mascagni), Manuele Bartalucci (PD), Ciro Cirillo (PD), Marilena Del Santo (Lista Mascagni), Marco Di Giacopo (PD), Catuscia Scoccati (PD) al termine del consiglio comunale di oggi.
«Oggi abbiamo discusso la nostra mozione con la quale sollecitavamo il Comune ad aderire al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), che negli anni ha dato prova di essere magari non la soluzione ad ogni problema in tema di immigrazione, ma certamente la migliore opzione disponibile per i territori. Istituito con la Legge Bossi-Fini e attuato trasversalmente sia da amministrazioni di centrodestra che da amministrazioni di centrosinistra, lo SPRAR porta con sé indubbi benefici che lo rendono di gran lunga preferibile a quella che ad oggi è l’unica alternativa: i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), gestiti da soggetti privati senza alcun controllo da parte dei comuni, nei quali può essere destinato un numero indefinito di migranti secondo le insindacabili decisioni delle prefetture».
«Lo SPRAR, al contrario, è un servizio di accoglienza integrata rispetto al quale i comuni esercitano un effettivo controllo e i soggetti attuatori sono sottoposti a verifiche stringenti – prosegue -, oltre a godere di una clausola di salvaguardia per la quale nel territorio può essere accolto un numero di migranti non superiore ad una percentuale della popolazione residente. Si aggiunga che il comune, in funzione degli accordi con i soggetti attuatori, può anche essere esentato da ogni onere di tipo economico. Con voto unanime di tutta la maggioranza di centrodestra, la proposta di aderire allo SPRAR è stata tuttavia bocciata. Ma ciò, si badi bene, senza che fosse avanzata alcuna controproposta per affrontare un tema così complesso e sensibile quale è l’immigrazione. Il sindaco e i suoi consiglieri hanno preferito lavarsene le mani, votando al contrario un ordine del giorno in cui l’unica cosa che propongono è di scatenare una guerra contro la Libia (sic)».
«Il nostro comune ha bisogno di essere amministrato, e chi è stato eletto per svolgere questo compito deve assumersene la responsabilità, individuando – oggi, e non in un ipotetico futuro – le migliori soluzioni disponibili per governare i problemi reali dei cittadini. Ancora una volta, purtroppo, il sindaco e la sua maggioranza hanno preferito scansare il problema cercando nient’altro che un po’ di consenso pre-elettorale, speculando senza alcun pudore sul disagio sociale. Una comunità, tuttavia, non vive di slogan e selfie. Una comunità ha bisogno di soluzioni e proposte concrete. La nostra proposta è sul tavolo. Attendiamo quella della sindaco e della sua maggioranza». Conclude.